“Per un calendario delle scadenze fiscali più funzionale è necessaria l’introduzione di una moratoria estiva degli adempimenti e dei versamenti, anche rateali, di imposte e contributi. La disciplina vigente prevede infatti uno slittamento dei termini in scadenza nei soli primi venti giorni di agosto, da effettuarsi comunque entro il 20 agosto, che non lascia ai contribuenti e ai professionisti il meritato riposo estivo. Per garantire a tutti i cittadini, commercialisti compresi, di godersi le vacanze senza particolari preoccupazioni, occorre quindi una vera e propria moratoria di tutti i termini in scadenza dal 1° al 31 agosto di ogni anno, i quali dovrebbero essere automaticamente prorogati al 16 settembre successivo, senza alcuna maggiorazione”. È una delle richieste avanzate dal presidente dei commercialisti, Elbano de Nuccio, agli Stati generali della professione svoltisi lo scorso 10 giugno a Roma.
“Più in generale – ha aggiunto – una radicale “potatura” delle scadenze potrà essere realizzata soltanto mettendo mano ad un altrettanto radicale taglio degli adempimenti che, tuttavia, è spesso ostacolato dalle pressanti esigenze di gettito del nostro Paese. In ogni caso, il Consiglio Nazionale non farà mancare, in tutte le competenti sedi istituzionali, il suo forte impegno e il suo contributo per ridurre gli adempimenti e razionalizzare il calendario fiscale”.
Per i commercialisti occorre “fare di più anche sul tema della semplificazione normativa”. “L’eccessivo numero degli adempimenti è figlio di una normativa estremamente complessa. È importante aver incluso tra gli obiettivi prioritari della riforma fiscale il riordino organico e sistematico delle norme tributarie. La pubblicazione dei primi Testi unici deve considerarsi soltanto il primo passo per un deciso cambio di rotta in tale direzione che dovrà portare, al termine del percorso, alla redazione di un vero e proprio Codice tributario. Senza un’opera di codificazione e sistematizzazione dei testi normativi, anche di ordine formale, sarà sempre difficile realizzare un’effettiva semplificazione del nostro sistema fiscale che sia stabile e duratura”.
De Nuccio ha anche sottolineato l’impegno del Consiglio Nazionale “per il completamento del processo di incentivazione delle aggregazioni professionali”. “Dopo la definitiva codificazione del principio di neutralità fiscale delle operazioni di riorganizzazione degli studi professionali – ha detto – molti colleghi potranno finalmente svolgere la propria attività in forma di società tra professionisti senza doversi preoccupare che l’apporto o il conferimento dello studio in società sia considerato dall’Agenzia delle Entrate di natura realizzativa. La misura è particolarmente importante perché corregge un’evidente aporia dell’attuale sistema di tassazione delle attività di lavoro autonomo che, con l’esclusione dal regime forfetario delle associazioni e delle società tra professionisti, finisce con il disincentivare la crescita dimensionale delle attività libero-professionali se non, addirittura, con l’incentivare la disgregazione di quelle già più strutturate”.
“Grazie al recepimento della proposta del Consiglio Nazionale, l’interesse per le società tra professionisti crescerà e con esso la spinta a quei processi “evolutivi-aggregativi” che sono uno degli obiettivi a cui tendere per rafforzare la qualità dei nostri servizi professionali offerti sul mercato”, ha aggiunto.
“Per un’ulteriore decisiva spinta alla nascita e allo sviluppo delle STP – ha concluso – occorrerebbe tuttavia completare il quadro normativo, prevedendo un regime opzionale di determinazione del reddito secondo il criterio di cassa per le STP costituite in forma di società di capitali, obbligate, come è noto, ad applicare invece il principio di competenza. La misura eliminerebbe il rischio di dover pagare le imposte prima dell’incasso dei compensi, evitando così la disparità di trattamento rispetto a quanto previsto per le attività svolte in forma individuale o associata”.

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