La riforma fiscale in corso di attuazione ha puntato molto sul rafforzamento della compliance e dei regimi basati sul cosiddetto adempimento collaborativo. L’aspetto più qualificante ed emblematico, sotto il profilo procedimentale, è il radicale mutamento d’approccio nell’azione di contrasto all’evasione, che implica il passaggio da una logica repressiva, di controllo verticale successivo, ad una più collaborativa, di dialogo orizzontale preventivo, maggiormente in linea con una visione moderna del rapporto tributario. Se ne è parlato il 17 maggio a Bari nel corso del convegno “Cooperative compliance. Profili fiscali, contabili e di sostenibilità”, organizzato dal Consiglio nazionale dei commercialisti presso la Libera Università Mediterranea “Giuseppe Degennaro” alla presenza di esponenti del governo, dell’Amministrazione finanziaria, del mondo accademico e professionale.

Il convegno ha analizzato l’impatto della cooperative compliance sulla governance aziendale e sui sistemi di controllo interno e di gestione dei rischi. Il dibattito si è articolato in tre tavole rotonde dedicate agli aspetti fiscali, contabili e di sostenibilità delle cooperative. Particolare attenzione è stata dedicata alla nuova certificazione del sistema di gestione e controllo del rischio fiscale (Tax Control Framework) che il legislatore ha affidato alla competenza esclusiva di commercialisti e avvocati.

“Siamo di fronte a un cambiamento culturale richiesto ai contribuenti, ai professionisti, alla stessa amministrazione finanziaria e alle sue capacità di gestire un simile cambio di paradigma su larga scala – ha affermato il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio – che impone un potenziamento della macchina pubblica e la messa a fattor comune di energie e conoscenze diffuse nell’ambito della pubblica amministrazione. La riforma fiscale ha ampliato le semplificazioni e le premialità per le imprese che aderiscono al regime di adempimento collaborativo, a condizione che le stesse si dotino di un Tax control framework certificato da un professionista qualificato e indipendente. Un passaggio, quest’ultimo, decisivo per il sistema Paese e per i professionisti abilitati”.

“La parte più importante della cooperative compliance riguarda il Tax Control Framework e il coinvolgimento di commercialisti e avvocati – ha spiegato il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo –. Il TCF è una mappatura, un monitoraggio dei rischi fiscali che tiene anche conto della conformità ai principi contabili. La cooperative compliance fa parte del progetto del governo di avvicinamento tra fisco e contribuenti fondato sul dialogo e sulla reciproca lealtà”.

Per Salvatore Regalbuto, consigliere nazionale e tesoriere dei commercialisti con delega alla fiscalità, “in questo percorso, lo Stato ci sta affidando un lavoro estremamente delicato. Abbiamo il dovere professionale e civico di garantire che questo processo di certificazione avvenga nel migliore dei modi. Lo scibile di competenze che viene attribuito al certificatore è estremamente vario ed elevato a livello di performance e qualità scientifica. È evidente che il Consiglio nazionale dovrà essere garante di questo processo attraverso processi formativi adeguati a cogliere una opportunità corroborata da una preparazione che già possediamo e che può essere portata ad un livello ancora più elevato”.

Per Gianluca Galletti, consigliere nazionale dei commercialisti delegato allo Sviluppo sostenibile, “il soggetto dell’azienda da privato diventa sociale. Vedo opportunità e rischi per le imprese europee e italiane. Il cambiamento deve andare avanti ed io ne sono un sostenitore, ma bisogna evitare che il cambiamento sostenibile diventi insostenibile per le aziende. C’è una iperproduzione normativa per cui le aziende devono cambiare i processi produttivi e modificare gli adeguati assetti e di governance. Deve quindi esserci anche una valutazione degli impatti normativi sulle Pmi”.

Il Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, ha infine sottolineato l’impegno del governo sul PNRR e ha confermato, anche su questo tema, la collaborazione con i commercialisti.

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