Viterbo è la città della macchina di Santa Rosa che l’Unesco ha riconosciuto come patrimonio immateriale dell’umanità nell’ambito della Rete delle grandi macchine a spalla. Fiore del cielo (macchina dal 2009 al 2013) è stata esposta anche ad Expo, nell’ambito della mostra I Tesori d’Italia che, curata da Vittorio Sgarbi, ha raccolto 350 opere scovate in tutte le regioni italiane. Questa operazione di marketing turistico voluta dal sindaco di Viterbo porterà più visitatori in città?
Il recente ingresso di Viterbo in questo club esclusivo e prestigioso delle città che ospitano i siti Unesco rappresenta, insieme a Tarquinia, un ulteriore riconoscimento della ricchezza di storia e tradizione di questa terra. Così come la straordinaria visibilità ricevuta nei sei mesi all’Expo della Macchina di Santa Rosa ha certamente incuriosito centinaia di migliaia di visitatori che probabilmente hanno inserito Viterbo tra le prossime mete dei loro viaggi, come testimoniato dalla crescita significativa delle presenze nelle strutture ricettive. Tuttavia ritengo che per incrementare stabilmente il flusso di turisti sia necessario dare continuità alle attività promozionali, facendo sistema locale e regionale, incentivare la realizzazione di nuove strutture ricettive ed elevare qualitativamente i servizi di ospitalità.

Nella Tuscia, secondo il Rapporto Movimprese di Unioncamere si è verificata una crescita delle imprese soprattutto nel settore agricolo e nel commercio. Buone notizie anche per il sistema economico della provincia che, secondo la Camera di commercio, grazie al comparto agroalimentare ha registrato nel primo semestre 2015 un aumento delle esportazioni del 16,4%, maggiore della media regionale e nazionale. L’economia riparte anche da qui?
Riparte da qui, ma non solo. Sappiamo che l’industria dell’arredo bagno, il cui polo manifatturiero si trova nell’area di Civita Castellana, dopo anni critici comincia a risalire la china con un sostanziale incremento dei fatturati. Inoltre anche nel settore dell’edilizia, dopo una lunga fase negativa, si comincia a percepire qualche lieve variazione. Tuttavia dal nostro osservatorio emergono per le imprese ancora tante difficoltà a causa del protrarsi degli effetti della crisi, che stenta a far ripartire l’economia locale. Sono convinto che possiamo farcela, ma a noi imprenditori sono richiesti coraggio, fiducia ed ottimismo.

Qual è la situazione occupazionale a Viterbo? Il Jobs Act sta dando i suoi frutti?
Purtroppo non disponiamo di dati provinciali aggiornati sull’occupazione. Possiamo però dire che nella Tuscia, secondo gli ultimi dati disponibili, si registra un tasso di disoccupazione superiore alla media regionale, che colpisce soprattutto giovani e donne. Credo che sia ancora prematuro fare un bilancio sugli effetti del Jobs Act, ma dai contatti avuti sono molteplici le piccole imprese che hanno attivato contratti di lavoro in base a quanto previsto dalla riforma.

Viterbo e la Tuscia possiedono un grande patrimonio storico e culturale. In che modo i commercialisti possono contribuire allo sviluppo di questo territorio?
Il commercialista, per la delicatezza e la tipologia del lavoro che svolge, è un punto di riferimento imprescindibile per le imprese e fonte di indicazioni che possono influire sulle scelte imprenditoriali. In tal senso, grazie alle proficue collaborazioni tra l’Ordine dei commercialisti di Viterbo e la Camera di commercio, si sono attivati collegamenti funzionali su diversi ambiti (marketing territoriale, reti di imprese, innovazione digitale, credito, internazionalizzazione, ecc.) che offrono interessanti stimoli ed opportunità a disposizione delle stesse imprese.

La consulta delle professioni della Camera di commercio di Viterbo sta proponendo gratuitamente alle amministrazioni locali uno studio di fattibilità per la realizzazione di una pista ciclabile intorno al lago di Bolsena. Un progetto ambizioso che porterebbe, anche in termini di turismo, un contributo enorme per il territorio. Che ne pensa?
La Tuscia dispone di risorse naturalistiche, enogastronomiche e culturali enormi ed in gran parte sottoutilizzate che, se ben utilizzate, potrebbero determinare un incremento sostanziale della nostra economia. In tal senso, la possibilità di realizzare una pista ciclabile intorno al lago di Bolsena costituirebbe una infrastruttura di “mobilità dolce” in grado di attrarre turisti ed escursionisti italiani e stranieri, in particolare del nord Europa, sviluppando un modello di turismo sostenibile.

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