Rischio complicazione dietro la proposta di riforma fiscale che va sotto il titolo di tassazione per cassa. Questo il giudizio dei dottori commercialisti, attraverso Maurizio Postal, consigliere delegato per la fiscalità del Consiglio nazionale di categoria. “Quattro liquidazioni più un conguaglio, richiesto dalla progressività, al posto di un metodo previsionale collaudato mi sembra – dice Maurizio Postal, consigliere nazionale dei commercialisti delegato alla Fiscalità – che portino a un sistema complicato”.

La proposta di tassazione per cassa, avanzata dal direttore delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, non dovrebbe abolire anche la ritenuta d’acconto per i professionisti?

Eravamo partiti bene, ma ora mi sembra che la discussione sia imperniata su come assicurare gettito all’Erario. Nessuno parla di come debba essere composta, per esempio, la base imponibile. Confidiamo di essere coinvolti nel confronto ma il punto di partenza per una riforma non può essere solo il gettito.

«Il Sole 24 Ore», nelle scorse settimane, ha insistito per l’effettività del diritto di difesa nel contenzioso fiscale. Gran parte delle udienze, però, sono ancora documentali.

Siamo al paradosso. Il ministero dell’Economia ha assicurato che le commissioni tributarie hanno gli strumenti per le udienze da remoto, ma in commissione si continua a privilegiare le udienze cartolari.

In quale modalità si riuniscono le camere di consiglio?

Da remoto.

Con i messaggini, visto che in molti casi si dice che non ci sono gli strumenti e le abilità per le udienze?

Speriamo di no. Certo, non è più tollerabile una situazione che comprime il diritto di difesa. Occorre un intervento normativo. Come Consiglio nazionale avevamo presentato un emendamento per rendere obbligatoria o l’udienza da remoto o il rinvio. Speriamo che il legislatore lo faccia proprio.

Il direttore Ruffini ha reso noti i primi step della precompilata Iva: a marzo i primi registri precompilati. Vede difficoltà in questa operazione?

Non siamo preoccupati della precompilata Iva, ma dell’avvento dell’intelligenza artificiale e delle conseguenze per le attività intellettuali. Si dice che la precompilata Iva ci porti via lavoro. Non credo sia vero, perché le dichiarazioni più complesse avranno sempre bisogno dei professionisti. Piuttosto ci preoccupa la trasformazione dell’agenzia delle Entrate in agenzia delle Uscite, visto il compito di accreditare bonus e ristori. Con incombenze di questo tipo, l’Agenzia è distratta da quello che dovrebbe essere il suo compito istituzionale, fino a tralasciare i controlli sostanziali.

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