“L’ipotesi di differimento della compensabilità dei crediti Irpef, Ires e Irap fino a dopo la presentazione delle relative dichiarazioni per la parte eccedente i 5.000 euro, come già avviene per i crediti IVA, rischia di trasformarsi in un prestito forzoso a carico del settore privato dell’economia”. E’ quanto afferma il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani, commentando alcune anticipazioni sul decreto fiscale collegato alla manovra di bilancio circolate in queste ore. Secondo Miani “per evitare il rischio di un prestito forzoso, sarà assolutamente necessario garantire la possibilità di presentazione delle dichiarazioni almeno dalla fine del mese di febbraio, come avviene per l’Iva, altrimenti le compensazioni resteranno bloccate fino all’autunno, con effetti evidentemente inaccettabili e dannosi sia per i professionisti che per le imprese”.

Miani esprime riserve anche sulle ipotesi di stretta sulle compensazioni delle precompilate. “Comprendiamo le ragioni di tutela erariale che portano all’idea di verificare l’esistenza di debiti tributari del contribuente – afferma il numero uno dei commercialisti – e, in caso di loro esistenza, di sottrazione di questi dal credito Irpef che il datore di lavoro potrà effettivamente rimborsare al contribuente. La questione delicata sta però nell’identificazione dei debiti che potranno essere sottratti: ci auguriamo non certo quelli in contestazione o quelli prescritti ma non ancora sgravati. Dovranno essere quindi crediti erariali per così dire certi, liquidi ed esigibili”.

Sull’ipotesi di accorpamento della TASI nell’IMU, i commercialisti sottolineano come si tratti di “una semplificazione che il Consiglio Nazionale auspica da tempo, tanto da averla presentata più volte come propria proposta nelle sedi istituzionali”.  L’auspicio di Miani è che “con coraggio il Governo proceda anche ad accorpare l’Irap nell’Ires, trasformandola in una addizionale regionale a parità di gettito”.

 

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