“La conferma anche per il 2022 della periodicità semestrale della trasmissione telematica dei dati relativi alle spese sanitarie e veterinarie, già prevista per l’anno 2021, è una scelta di buon senso, che accoglie una richiesta da noi avanzata nelle scorse settimane e scongiura il rischio di un inutile aggravio di adempimenti”. E’ il commento dei tre Commissari straordinari del Consiglio nazionale dei commercialisti, Rosario Giorgio Costa, Paolo Giugliano e Maria Rachele Vigani, alla novità contenuta nel decreto del MEF del 2 febbraio, pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale.

Un precedente decreto dell’ottobre del 2020 aveva invece previsto l’invio dei dati su base mensile. Proprio per scongiurare questa eventualità, nelle scorse settimane i tre commissari dei commercialisti avevano scritto al Ministro dell’Economia, Daniele Franco, sostenendo che il mantenimento, come nel 2021, della trasmissione semestrale dei dati relativi alle spese sanitarie e veterinarie “avrebbe eliminato dieci adempimenti inutili, contribuendo efficacemente al tanto auspicato processo di semplificazione degli adempimenti e di razionalizzazione del calendario delle scadenze fiscali, ancora oggi in via di realizzazione”.

I tre commissari Giugliano, Vigani e Costa

Nella missiva al Ministro Franco, i tre commissari sottolineavano anche come, trattandosi di un adempimento finalizzato alla predisposizione della dichiarazione dei redditi precompilata da parte dell’Agenzia delle entrate – da mettere a disposizione dei contribuenti entro il 30 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento –,la periodicità mensile di trasmissione dei predetti dati a decorrere dal 2022 sarebbe stata del tutto ingiustificata non solo in questo particolare periodo di emergenza nazionale, ma anche in relazione alla tempistica da prevedere a regime, dovendo tali dati confluire nella dichiarazione precompilata che l’Agenzia delle entrate rende disponibile non prima del mese di aprile dell’anno successivo (2023 per le spese relative al 2022)”. La periodicità mensile, secondo i commercialisti, sarebbe stata inoltre “oltremodo stringente, in particolare per i dati delle spese sanitarie risultanti da fatture che, ancora oggi, sono emesse in formato cartaceo da medici e operatori sanitari, in ottemperanza agli obblighi di protezione dei dati personali dei pazienti, e che richiedono dunque, necessariamente, anche un lavoro di data entry per la trasmissione telematica degli stessi al Sistema Tessera Sanitaria”.

 

 

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