In Italia, le Società Benefit (SB) rappresentano un fenomeno in costante crescita: al 31 dicembre 2023, infatti, sono 3.619 e rappresentano l’1,23 per mille del totale delle società registrate mentre nel 2020 erano lo 0,27 per mille. Il dato emerge dal 6° numero dell’Informativa Reporting di Sostenibilità “Le Società Benefit: principali caratteristiche giuridiche e obblighi di rendicontazione“, pubblicato dal Consiglio nazionale dei commercialisti.

Il documento, elaborato dalla commissione Reporting di Sostenibilità presieduta da Angeloantonio Russo nell’ambito dell’area di delega Sviluppo sostenibile del consigliere Gian Luca Galletti, è stato curato da Michela Sopranzi, Emmanuela Saggese e dallo stesso presidente Russo.

L’elemento distintivo delle SB è il conseguimento del “beneficio comune” inteso, secondo quanto definito dal comma 378 della L. 208/2015, come il perseguimento, nell’esercizio dell’attività economica, di un effetto positivo o la riduzione di un impatto negativo su una o più categorie di stakeholders.

Dopo l’introduzione, il testo è articolato nei seguenti paragrafi: i requisiti, il metodo di valutazione di impatto, gli ambiti di valutazione, il contenuto della relazione di impatto, perché diventare Società Benefit, considerazioni e riflessioni, riferimenti e fonti Internet.

La Società Benefit è stata riconosciuta nel nostro ordinamento giuridico con la legge di Stabilità 2016 (legge n. 208/2015, commi 376-384) in cui il legislatore promuove la costituzione e la diffusione di società che, nel perseguimento delle proprie finalità lucrative, conseguono altresì finalità di beneficio comune, operando in modo sostenibile verso la società, le persone e l’ambiente. L’agire aziendale implica il conseguimento di profitti, tenendo in considerazione le conseguenze che l’attività aziendale ha in ambiti non finanziari e in un’ottica multistakeholder.

Come evidenziato da una recente ricerca condotta sul territorio nazionale, il numero di addetti totali nelle SB è pari a 188.000. I settori in cui sono più diffuse sono le attività professionali (1006), i servizi di informazione (696), la manifattura (446), il commercio (338). 2683 SB si collocano dimensionalmente tra le microimprese (fino a 9 dipendenti), 599 sono piccole imprese (da 10 a 49 dipendenti), 248 sono medie imprese (da 50 a 250 dipendenti), mentre 89 sono grandi aziende (con più di 250 dipendenti). Le SB presentavano nel 2022 una marginalità lievemente superiore rispetto alle “non benefit”, con un EBITDA Margin del 9% rispetto all’8.3% delle altre. Le SB presentavano nel 2022 un indice di patrimonializzazione (patrimonio netto/attivo) pari al 28,8%, lievemente inferiore a quello delle non benefit, pari al 30,7%.

Possono acquisire la qualifica di SB tutte le società rientranti nel libro V, titoli V e VI, del codice civile e precisamente: società semplice; società in nome collettivo; società in accomandita semplice; società per azioni, società in accomandita per azioni, società a responsabilità limitata, società cooperative, mutue assicuratrici. Non possono acquisire la qualifica di benefit le imprese sociali o le società sportive dilettantistiche (SSD) in quanto, per tali categorie di soggetti, non sussiste lo scopo di lucro, considerato elemento essenziale per le SB. Sono invece compatibili le start-up innovative anche a vocazione sociale.

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