Nel 2018 sono entrati nelle casse dello Stato un totale di 19,2 miliardi di euro, complessivamente da controlli ordinari e da misure straordinarie. E’ quanto emerge dai dati diffusi oggi dall’agenzia delle Entrate-Riscossione relativi alla propria attività nello scorso anno,  in particolare riguardo al recupero dall’evasione e ai servizi offerti. Dal report si ricava come siano stati introitati 16 miliardi di euro derivanti dalle ordinarie attività di controllo, l’11% in più rispetto al 2017. Si tratta di somme effettivamente incassate tramite versamenti diretti, +10% sull’anno precedente, lettere per la compliance, +38% rispetto al 2017 e addirittura del 260% rispetto al 2016, e ruoli, +4%.

Hanno registrato, invece, una flessione le entrate derivanti da misure straordinarie, come la definizione delle liti fiscali, -87%, la rottamazione, -41%, e la voluntary disclosure, -25%, dalle quali derivano incassi per 3 miliardi di euro.

Lo scorso anno sono state inoltre fornite 27 risposte a interpelli nuovi investimenti, che nelle previsioni dell’Agenzia porteranno a maggiori risorse per circa 15 miliardi di euro e 13mila nuovi posti di lavoro.

Nella conferenza stampa di presentazione dei risultati, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Antonino Maggiore, alla presenza del ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, ha fornito anche i numeri relativi alla digitalizzazione. Sono 8,4 milioni i cittadini registrati ai servizi fiscali online, mentre si attestano a 17,5 miliardi di euro i rimborsi a famiglie e imprese, in aumento dell’8% rispetto all’anno precedente. In aumento anche le visite al cassetto fiscale, che sfiorano i 30 milioni, segnando un +12% rispetto al 2017.

Significativa, tra gli altri dati, la crescita del gettito spontaneo relativo ai principali tributi gestiti dall’Agenzia delle Entrate, cioè imposte dirette e indirette, imposte regionali e comunali, che passa dai 414 miliardi del 2017 ai quasi 420 miliardi del 2018, un aumento dell’1,4%.

Per quanto riguarda l’azione svolta dall’Agenzia in qualità di agente della riscossione, sono stati recuperati complessivamente 10 miliardi di euro; di questi, 6,1 miliardi sono ruoli ordinari emessi per conto dell’Agenzia delle Entrate e di altri enti e 3,91 miliardi derivano, complessivamente, dalla prima e dalla seconda rottamazione delle cartelle. Le somme riscosse arrivano per il 55% da contribuenti con debiti superiori a 100mila euro e per il 21% da cittadini con debiti compresi tra 10 e 50mila euro. Solo l’1,8% degli importi riscossi arriva da cittadini con debiti fino a 1.000 euro.

Per quanto riguarda la fatturazione elettronica, passata la prima fase di avvio, sono circa 2,7 milioni gli operatori che hanno inviato oltre 350 milioni di e- fatture al Sistema di Interscambio, con una percentuale di scarto pari al 3,85%. Proprio grazie alle analisi del rischio basate su e-fatture e dati del portale Fatture e corrispettivi, in poco più di due mesi è stato smascherato, secondo quanto riportato dall’Agenzia, un complesso sistema di frodi messo in atto attraverso false fatturazioni tra società cartiere e sono stati scoperti e bloccati falsi crediti Iva per 688 milioni di euro.

Tra le misure per l’attrattività del Paese, si segnalano nove grandi società ammesse lo scorso anno al regime di adempimento collaborativo. Sono stati, inoltre, conclusi nel 2018 ben 618 accordi di Patent box.

Sul versante dell’interpretazione normativa, il 2018 ha visto l’Agenzia rispondere a tutti gli 11167 interpelli ricevuto entro la scadenza dell’anno. Sono stati particolarmente più brevi i tempi di lavorazione: per il 91% degli interpelli ordinari è stata fornita una risposta entro 80 giorni, anziché nel termine ordinario di 90; al 96% degli interpelli probatori è stato dato riscontro entro 90 giorni anziché nel termine standard di 120. Si sono accorciati anche i tempi per la consulenza giuridica: per l’86% delle richieste la risposta è arrivata entro 90 giorni rispetto ai 120 previsti.

I dati sullo scorso anno si concludono con un’analisi del ricorso alla giustizia tributaria; nel 2018 è proseguito il calo dei ricorsi tributari in primo grado rispetto agli anni precedenti. Sono stati, infatti, 68mila i contribuenti che si sono rivolti alla Commissione tributaria provinciale, a fronte dei 70mila ricorrenti del 2017. Il calo supera il 60% se si confrontano i ricorsi del 2018 con quelli presentati nel 2011, vale a dire l’anno precedente all’introduzione dell’istituto del reclamo/mediazione.

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