“L’abuso di dipendenza economica del professionista” è il titolo del convegno svoltosi il 22 novembre presso la sede dell’Ordine dei commercialisti di Milano. Si è trattato del terzo appuntamento promosso dal Consiglio nazionale della categoria, dopo quelli svoltisi a Roma e Napoli, per informare i commercialisti sugli strumenti innovativi di tutela previsti dal Jobs Act sul lavoro autonomo, per confrontarsi sulle questioni più significative che riguardano i compensi e promuovere alcune iniziative volte alla creazione di un contesto normativo più favorevole e all’adozione di adeguate misure di sostegno per i professionisti.

Dopo i saluti e l’introduzione ai lavori del presidente dell’ODCEC di Milano, Marcella Caradonna, è intervenuto il segretario del CNDCEC Achille Coppola su “Professioni intellettuali e abuso di dipendenza economica: questioni concrete e aspetti operativi”.
“In Italia – ha affermato Coppola – le professioni scontano un eccesso di offerta dovuto anche all’incapacità del mondo del lavoro dipendente di assorbirne una parte. Un fenomeno che ha comportato un aumento di offerta con il conseguente calo dei costi dei servizi. A questo fenomeno si sono affiancati più moltiplicatori: l’eliminazione delle tariffe da una parte, che di fatto non venivano più applicate, e la variabile tecnologica. La soluzione è cambiare il modello di business: il nostro valore è essere i consulenti abituali dell’impresa e per farlo serve un’integrazione dell’offerta di servizi perché il singolo da solo non ce la fa». Dato lo scenario in trasformazione e altamente concorrenziale, il Consiglio nazionale ha alzato molto l’attenzione contro gli abusi: «Lo sfruttamento non verrà tollerato – ha concluso il segretario del CNDCEC – e spero che nel contrastare queste situazioni entri in campo anche la giustizia penale».

Ad illustrare casi pratici e testimonianze di abusi di dipendenza economica subiti da commercialisti è stato il consigliere nazionale nazionale delegato ai Compensi ed onorari professionali, Giorgio Luchetta, che ha parlato di “caporalato intellettuale”.
“Il Consiglio nazionale – ha affermato Luchetta – intende avviare una serie di “cause pilota” per chiedere giustizia nei tribunali. Nonostante il reddito nominale dei commercialisti abbia resistito alla crisi, in realtà dal 2007 al 2015 esso è calato in termini reali del 13 per cento”.

Nel corso del convegno sono state illustrate le fattispecie di abuso di dipendenza economica che interessano i professionisti, i rimedi utilizzabili sul piano giurisdizionale e amministrativo (dinanzi l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato) per contrastare le pratiche abusive e i problemi più delicati da affrontare per la concreta ed effettiva utilizzazione della nuova disciplina. I relatori si sono soffermati anche sulle questioni dell’abolizione dell’obbligatorietà delle tariffe e dei minimi tariffari, giudicati dalla Corte di Giustizia incompatibili con i principi dell’UE, e sulle iniziative legislative avviate in sede istituzionale per il riconoscimento dell’equo compenso. I relatori, infine, si sono confrontati con i professionisti per rispondere alle loro domande ed affrontare questioni pratiche e applicative.

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