Cara Presidente,

con la lettera inviata per conoscenza a tutti i Presidenti degli Ordini territoriali, pubblicata altresì sulla homepage del sito istituzionale dell’Ordine e sui social, e che mi costringe pertanto a rispondere – mio malgrado – con le medesime modalità, comunichi “di aver appreso con rammarico che è stato costituito al Ministero della Giustizia un tavolo di lavoro sull’ADR nel quale il CN è assente”.

Sul punto ho chiesto ai consiglieri delegati di risponderTi nel merito.

Non posso però non manifestarTi il mio stupore per le Tue considerazioni, tenuto conto che sei membro del Comitato direttivo della Fondazione ADR ininterrottamente dalla sottoscrizione dell’atto costitutivo il 7.10.2010 ad oggi e, quindi, avresti dovuto occuparTi anche tu della questione in concerto con i consiglieri nazionali delegati. A maggior ragione, considerato il fatto che dal 17 marzo 2015 sei stata nominata responsabile dell’organismo di mediazione ADR con compenso annuo di euro 12.000 (v. allegato verbale del Comitato Direttivo del 17 marzo 2015) e dal 13 marzo 2017 hai ricevuto dal Consiglio Superiore della Fondazione una specifica delega sulla mediazione, con ulteriore compenso di 9.000 euro (v. allegato verbale del Consiglio Superiore del 13 marzo 2017), compenso che peraltro non è stato nemmeno pubblicato nella sezione amministrazione trasparente a differenza di quello di tutti gli altri consiglieri. Tutto ciò però forse dipende dalle tue reiterate assenze alle riunioni del Comitato Direttivo.

Con la stessa lettera inviti inoltre il CNDCEC a diramare una specifica informativa che “aggiorni e rassicuri” i colleghi impegnati nelle attività di difesa dinanzi agli Organi di Giustizia tributaria e di giudice tributario, considerata la “crescente preoccupazione per le notizie circolate sugli organi di stampa in merito all’abolizione di un grado di giudizio in ambito tributario, ma ancor più sui vari disegni di legge presentati per la riforma della giurisdizione tributaria … sui quali non mi pare di aver letto di una interlocuzione fattiva fra il legislatore e noi commercialisti”.

Al riguardo, Ti ricordo che il CNDCEC ha sempre riservato la massima attenzione al tema della Riforma della Giustizia tributaria, come avrai certamente avuto modo di riscontrare, tra l’altro, nel Documento “Proposte di riforma degli organi speciali di giurisdizione tributaria”, approvato dal Consiglio Nazionale nella seduta del 13 febbraio 2019 e inviato a tutti i Presidenti degli Ordini territoriali in allegato all’Informativa n. 39/2019 del 29 aprile 2019.

In tale Documento, che riallego alla presente per tua comodità, è illustrata la posizione ufficiale che questo CN ha assunto nelle sedi istituzionali in cui è stato sinora audito.

L’intensa attività svolta dal Consiglio Nazionale per favorire il recepimento normativo delle richieste dei Commercialisti è poi testimoniata dalla rassegna stampa allegata alla presente e che dimostra, altresì, la massima attenzione riservata da questo Consiglio alla comunicazione delle iniziative più significative svolte in materia.

A cominciare, in ordine di tempo, dal mio intervento su “Il Sole – 24 Ore” del 25 febbraio 2019 fino ad arrivare alle più recenti forti reazioni all’autocandidatura della Corte dei Conti a divenire organo di giurisdizione tributaria (v. dichiarazioni del consigliere delegato alla Fiscalità, Gilberto Gelosa, su “Il Sole – 24 Ore” del 26 ottobre 2019 che, nel denunciare la contrarietà dei Commercialisti a tale ipotesi riformatrice, ha affermato che “è come se ad arbitrare una partita ci fosse il giocatore di una delle due squadre”).

Al fine di rafforzare la nostra ferma opposizione a tale proposta, il CN ha anche aderito al Tavolo di confronto, promosso dall’Associazione Magistrati Tributari (AMT), e composto altresì dal Consiglio nazionale forense (CNF), dall’Organismo Congressuale Forense (OCF) nonché dalle associazioni di commercialisti, avvocati e professori universitari attivi nella Giustizia tributaria (ADC, ANC, ANTI, UNCAT, IGS, ID, OIDA, OGT, AIPDT, SSDT).

Nell’ambito del Tavolo congiunto, riunitosi la prima volta l’8 novembre 2019, è stato deliberato all’unanimità un Documento di ferma opposizione al trasferimento della giurisdizione tributaria alla magistratura contabile ed è stata istituita una Commissione tecnica per partecipare attivamente alla riforma del sistema, formulando proposte comuni basate sui seguenti principi (v. “Il Sole – 24 Ore” dell’8 novembre 2019):

  1. assicurare la presenza di un giudice professionale selezionato per concorso e soggetto a formazione continua;
  2. sottrarre la magistratura tributaria al vincolo di dipendenza dal Ministero dell’economia e delle finanze;
  3. garantire la piena parità delle parti processuali in osservanza dell’articolo 111 della costituzione;
  4. conservare il Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria quale organo di autogoverno dei giudici tributari.

Il Consiglio Nazionale ha anche tempestivamente bocciato l’ipotesi di eliminare un grado di giudizio ventilata dal Premier, Giuseppe Conte, durante la consueta conferenza stampa di fine anno, ribadendo la necessità di preservare la natura speciale della giurisdizione tributaria e di ridefinire i criteri di selezione dei giudici tributari, garantendo una loro maggiore specializzazione anche attraverso la previsione dell’obbligo di formazione continua (v. allegato comunicato stampa del 2 gennaio 2020 e l’ampia eco che lo stesso ha ricevuto sulla stampa, anche “generalista”, allegata).

Sul punto, segnalo anche la lettera aperta che le 14 sigle componenti del predetto Tavolo tecnico hanno recapitato al Premier Conte il 13 gennaio 2020 (v. allegato), di cui ha dato notizia Il Sole – 24 Ore nell’edizione del 15 gennaio u.s., con richiesta di un incontro in tempi brevi per discutere della Riforma e manifestare la contrarietà di tutte le predette 14 sigle alle ipotesi di passaggio alla Corte dei Conti e di eliminazione di un grado di giudizio.

Quanto ai “vari disegni di legge presentati per la riforma della giurisdizione tributaria” sui quali paventi la mancanza “di una interlocuzione fattiva fra il legislatore e noi commercialisti”, al di là delle predette iniziative, tutte puntualmente e tempestivamente pubblicizzate, il CNDCEC ha già svolto due audizioni: la prima, di natura informale, il 22 novembre 2018 con l’on.le Martinciglio (M5S) che poi ha presentato il 21 gennaio 2019 la proposta di legge sull’“Ordinamento degli organi di giurisdizione e amministrativi della giustizia tributaria” (Atto Camera: 1521); la seconda, il 5 febbraio 2019, dinanzi al plenum del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria.

Come è noto, il CNDCEC ha anche costituito, nel mese di marzo 2019, un apposito Gruppo di Lavoro denominato “Evoluzione normativa Giustizia tributaria”, che si è insediato il 1° aprile 2019, per approfondire i temi della Riforma.

Non Ti sarà inoltre sfuggito che i lavori parlamentari sulla Riforma della Giustizia tributaria sono stati assegnati alle Commissioni riunite Finanze e Giustizia del Senato della Repubblica soltanto in prossimità delle festività natalizie, il 18 dicembre 2019 (v. Il Sole – 24 Ore del 18 dicembre 2019).

Il 16 gennaio u.s., le predette Commissioni parlamentari riunite hanno iniziato l’esame congiunto, in sede redigente, dei seguenti disegni di legge: Vitali (FI-BP), “Ordinamento della giurisdizione tributaria” (A.S. 243); Caliendo (FI-BP), “Codice del processo tributario” (A.S. 714); Nannicini (PD), “Codice della giurisdizione tributaria” (A.S. 759); Romeo (L-SP-PSd’Az), “Riforma della giustizia tributaria” (A.S. 1243); Fenu (M5S), “Ordinamento degli organi di giurisdizione e amministrativi della giustizia tributaria” (A.S. 1661, già A.C. 1521).

Le Commissioni riunite hanno stabilito di procedere ad un ciclo di audizioni informali sulla materia, invitando i Gruppi parlamentari a trasmettere entro la data odierna l’elenco dei soggetti da audire. Il CNDCEC ha già inoltrato formale richiesta a tal fine, per cui siamo in attesa di conoscere la data in cui si terrà l’audizione. Non mancheremo ovviamente di dare ampia diffusione alle proposte che ribadiremo con forza in quella sede in rappresentanza dei Commercialisti.

Come potrai dunque constatare da questa rapida sintesi delle molteplici attività svolte dal CNDCEC sulla materia, di cui abbiamo fornito puntuale comunicazione sia “interna” che “esterna”, la “interlocuzione fattiva fra il legislatore e noi commercialisti” di cui paventi la mancanza è iniziata molto prima rispetto alle più recenti vicende che hanno rianimato le attenzioni della politica sulla Riforma, per cui mi stupisce che un Presidente attento come Te dubiti di aver letto qualcosa su detta costante interlocuzione.

Come noterai dalla rassegna stampa allegata, il CNDCEC, anche durante le festività di fine anno (v. comunicato stampa del 2 gennaio 2020), è stato costantemente impegnato – come è doveroso e naturale che sia – in quella “interlocuzione fattiva con il legislatore” di cui Tu paventi la mancanza, al fine di rappresentare con forza e decisione le istanze dei Commercialisti in quest’importante settore della nostra attività, per cui, nel rassicurarti di ciò, mi auguro che i dubbi da Te manifestati sul punto siano da ascrivere al sacrosanto diritto a godersi le predette festività anche da parte di professionisti che, come Te, siedono al vertice di un Ordine importante come quello di Milano.

Attendo la pubblicazione di questo mio riscontro sul sito dell’Ordine.

Con i più cordiali saluti.

Massimo Miani

LA RISPOSTA DI MARCELLA CARADONNA

Caro Presidente,

ho cercato nella Tua lettera, fra le righe di un immotivato attacco personale, le risposte alle domande che ti ho posto da Presidente di Ordine e che attendevo per ribattere ai numerosi iscritti che lamentano una incapacità dell’attuale CNDCEC ad agire in modo efficace su temi strategici per la categoria.

La tua risposta nei toni e nei contenuti è stata un’occasione persa di cui sinceramente mi rammarico. Non ho trovato, infatti, null’altro che una ricca rassegna stampa, mentre i colleghi si aspettano e chiedono notizie sui risultati.

Per quanto attiene il mio ruolo nella Fondazione ADR sinceramente mi sorprende come Tu possa, in qualità di Presidente del suo Consiglio Superiore, essere così poco informato sul suo funzionamento. La Fondazione ADR, con corsi, convegni, pubblicazioni, supporto scientifico e gestionale, nel tempo, è diventata un punto di riferimento per gli Ordini di tutta Italia, con un ruolo di assistenza operativa e consulenza soprattutto per quelli di minore dimensione che non ne avrebbero potuto sopportare i costi.

Come Consiglio Direttivo abbiamo sempre lavorato gratuitamente, così appassionati della materia che abbiamo realizzato un libro, cedendo alla Fondazione i diritti e arrivando, nel periodo del commissariamento, a sostenere, a titolo personale, tutte le spese per consentire la prosecuzione dell’attività.

È il CNDCEC attuale che ha deciso di attribuire dei compensi per coloro che operano nelle realtà ad esso collegate (e non solo a me) e, quindi, non è certo su mia richiesta che mi è stato attribuito un emolumento, così come non ho chiesto io di svolgere il ruolo di Referente dell’Organismo di mediazione.

In questi anni non mi risulta ci sia mai stato alcun rilievo all’operato mio o di altri consiglieri da parte Tua o del Consiglio Superiore fino ad oggi e solo in risposta alla mia lettera.

Certo è che la decisione del CN di mettere in liquidazione la Fondazione ADR ha lasciato tutti basiti (soprattutto in vista della prossima introduzione della riforma sugli OCC).

Sei libero di non crederci, ma molti Ordini ora si trovano senza punto di riferimento sulla materia: solo questa settimana mi hanno telefonato Presidenti di Ordini e diversi Colleghi per chiedermi di risolvere loro dei problemi su queste tematiche.

Ho il dubbio, invece, (ma è solo un dubbio) che la chiusura derivi, forse, da motivi che ben poco hanno a che vedere con l’attività della Fondazione stessa.

Mi fa sorridere, poi, che Tu, sempre per attaccarmi (ma poi perché?), mi rinfacci addirittura la mancata pubblicazione delle mie presenze su un sito nel quale non ho neppure accesso e dove, peraltro, non vi sono le presenze di nessuno (non essendo obbligati). Siamo seri per favore!

In conclusione, la Tua risposta alla mia lettera mi è parsa totalmente fuori luogo perché sembra che, per non rispondere su temi importanti come la riforma del contenzioso tributario e la nostra rappresentatività ai tavoli istituzionali, Tu abbia voluto spostare l’attenzione su di me cercando di creare una immagine del mio operato non corrispondente al vero e questo, consentimi di rilevarlo, non mi pare sia in linea con il ruolo che rivesti.

Ti chiedo, quindi, di ricondurre il tutto su un piano istituzionale e sui problemi reali, perché è quello che i Colleghi chiedono in un momento così difficile per la categoria, evitando di far scendere il dibattito ai livelli che non sarebbero degni nemmeno di talk show televisivi. Con questo auspicio Ti invio cordiali saluti.

Marcella Caradonna

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