“Prevedere l’ammissione al concorso per la nomina a magistrato tributario per i soli laureati in giurisprudenza, e non anche per quelli in economia, esclude competenze tecnico – professionali imprescindibili e rischia di vanificare del tutto il dichiarato obiettivo di un rafforzamento della specializzazione del giudice tributario”. Lo ha affermato la Consigliera nazionale dei commercialisti Rosa D’Angiolella, nel corso di un’audizione informale sul disegno di legge di riforma della giustizia tributaria, svoltasi oggi presso l’ufficio di presidenza delle Commissioni Giustizia e Finanze del Senato.
“Abbiamo ribadito oggi – spiega l’esponente della categoria – quanto affermato nelle scorse settimane in una lettera inviata alla Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, al Ministro dell’Economia, Daniele Franco e ai presidenti delle Commissioni Finanza e Giustizia di Camera e Senato. La nascita della quinta magistratura rappresenta certamente un approdo fondamentale per quella riforma sistematica e strutturale che i cittadini e le imprese invocano ormai da tempo e che offre garanzie di autonomia, terzietà e indipendenza della funzione giudicante e di maggiore qualità della risposta giudiziaria. L’istituzione dell’ordine giudiziario tributario, composto dal nuovo organico dei magistrati tributari di ruolo assunti mediante apposito concorso pubblico, è il punto cardine della riforma. Si tratta di una scelta decisiva per l’effettivo rafforzamento della professionalizzazione e specializzazione dei giudici tributari da tempo auspicata da più parti ed anche dai commercialisti italiani”.
“La scelta di limitare ai soli laureati in giurisprudenza l’accesso al concorso – prosegue la D’Angiolella – rischia però non solo di vanificare il processo di rafforzamento della specializzazione dei giudici tributari, ma anche di produrre una disparità di trattamento a danno dei laureati in economia, specie se si considera che proprio le competenze tecnico-professionali dei Commercialisti hanno sinora assicurato la necessaria interdisciplinarità delle attuali Commissioni tributarie. Le materie di contabilità aziendale e bilancio, fondamentali per il giudizio tributario di merito, non sono invece rinvenibili nei laureati in giurisprudenza”. “Il nostro auspicio – conclude l’esponente dei commercialisti – è che su questo fronte si possa intervenire, anche al fine di realizzare gli obiettivi posti dal PNRR, il cui raggiungimento sarebbe grave mettere a rischio”.
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