La Commissione europea ha appena adottato il regolamento delegato che contiene l’elenco dei Paesi extra europei in cui il quadro giuridico di lotta contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo è caratterizzato da carenze strategiche.
Obiettivo dell’elenco è proteggere il sistema finanziario dell’Unione europea prevenendo i rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo. L’elenco è uno strumento di lavoro pensato per aiutare le banche e tutti i soggetti sottoposti alla normativa antiriciclaggio dell’UE a individuare i flussi sospetti di denaro; ha infatti la funzione di obbligare ad effettuare controlli rafforzati sulle operazioni finanziarie che coinvolgono clienti e istituti finanziari dei paesi terzi considerati a rischio.
In base all’ultima direttiva antiriciclaggio, la Commissione Europea ha il compito di individuare i paesi extra UE ad alto rischio effettuando una propria valutazione delle giurisdizioni estere, svolta dalla Commissione in consultazione con gli Stati membri. Sono stati valutati 54 Paesi rispondenti a precisi requisiti: hanno un impatto sistemico sull’integrità del sistema finanziario dell’UE; sono giudicati centri finanziari offshore dal Fondo monetario internazionale; hanno rilevanza economica e forti legami economici con l’UE.
Per ognuno dei 54 Paesi esaminati la Commissione ha preso in considerazione il livello attuale di minaccia, il quadro giuridico in vigore e i controlli posti in essere dalle autorità per prevenire i rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, prendendo particolarmente in considerazione l’attuazione concreta.
In base a questa analisi l Commissione ha ritenuto che 23 Paesi presentassero gravi carenze strategiche nel regime di lotta contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo: Afghanistan, Samoa Americane, Bahamas, Botswana, Repubblica Democratica di Corea (Corea del Nord), Etiopia, Ghana, Guam, Iran, Iraq, Libia, Nigeria, Pakistan, Panama, Porto Rico, Samoa, Arabia Saudita, Sri Lanka, Siria, Trinidad e Tobago, Tunisia, Isole Vergini Americane, Yemen.
Il precedente elenco, risalente al luglio del 2018 comprendeva 16 Paesi.
L’atto adottato dalla Commissione Europea dovrà poi essere sottoposto all’esame del Parlamento Europeo e al Consiglio, per essere approvato nel termine massimo di un mese, prorogabile di uno ulteriore. Quindi massimo per la fine del prossimo mese di aprile l’elenco sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea per prendere efficacia.
Al contempo l’Unione Europea mette in atto una serie di contatti diretti con i Paesi inseriti nell’elenco, relativamente ai criteri da soddisfare per la rimozione dall’elenco. Questo serve ad aiutare i paesi in questione ad individuare i margini di miglioramento al fine di preparare il terreno per risolvere le carenze strategiche. L’elenco appena pubblicato non è fisso, ma soggetto infatti ad aggiornamenti periodici, a seguito dei mutamenti, migliorativi o peggiorativi che possano occorrere nelle giurisdizioni rilevanti, per questa ragione la Commissione darà seguito ai progressi compiuti dai paesi inclusi nell’elenco, continuerà a monitorare i paesi esaminati e inizierà a valutarne altri secondo la stessa metodologia e gli stessi criteri, al fine di una corretta ed effettiva individuazione dei paesi extra Ue ad alto rischio.
fisco
Autodichiarazione aiuti di Stato Covid, accolte le semplificazioni proposte dal Consiglio nazionaleDecisamente più semplice la compilazione dell’autodichiarazione.Determinante l'interlocuzione avuta con Mef, Mise e Entrate
economia
Avvocati e Commercialisti, appello al senso di responsabilità di tutte le forze politicheI presidenti dei due Ordini professionali Masi e de Nuccio: “Si individui subito soluzione che ridia stabilità al Paese”
internazionale
Crisi e insolvenza, evoluzione della disciplina a livello internazionaleFocus sulle recenti riforme nell'Unione europea e nella Repubblica Popolare Cinese