Nell’ambito dell’informativa periodica dedicata all’Attività internazionale, il Consiglio e la Fondazione nazionali dei commercialisti hanno pubblicato il quarto numero della serie straordinaria dedicata al Covid-19 con l’analisi delle misure economiche adottate in ambito europeo ed internazionale per contrastare la pandemia.

Il dibattito europeo si è acceso sui risultati della riunione dell’Eurogruppo che ancora una volta ha rimandato la decisione sugli Eurobond, accordandosi su un uso flessibile del meccanismo di stabilità e sulla creazione di un fondo possibilmente finanziato da titoli comuni.

L’Eurogruppo ha anche accolto favorevolmente la proposta della Commissione di istituire SURE, lo strumento temporaneo a tutela dell’occupazione nelle specifiche circostanze della crisi Covid-19, impegnandosi a rendere operativa quanto prima questa ulteriore rete di protezione e a portarne avanti velocemente l’iter legislativo.

Per promuovere il rilancio dell’attività economica e degli investimenti, inoltre, l’Eurogruppo ha concordato di lavorare su un Fondo per sostenere la ripresa economica (Recovery Fund), fornendo finanziamenti a programmi progettati per rilanciare l’economia in linea con le priorità europee e per garantire la solidarietà nei confronti degli Stati membri più colpiti dall’emergenza. Tali finanziamenti dovrebbero essere forniti mediante il bilancio dell’UE.

Nell’ambito degli aiuti di Stato erogabili in base al Quadro temporaneo europeo approvato il 19 marzo, la Commissione ha accolto in questi giorni alcune specifiche misure per l’Italia, a sostegno di economia, imprese e lavoro.

A maggior ragione dopo le non positive previsioni di primavera diffuse dal Fondo Monetario Internazionale, che mostrano un’economia mondiale in recessione e il rischio sempre più concreto di dover affrontare la più grave crisi economica dal 1929. Come si temeva i dati mostrano un’economia globale in recessione, con una contrazione del 3% nel 2020, previsioni quindi anche peggiori rispetto a quanto accaduto durante la crisi finanziaria del 2008.

La situazione dovrebbe migliorare gradualmente nel 2021, con una crescita intorno al 5,8%, in base al presupposto di una attenuazione della pandemia nella seconda metà dell’anno in corso e di una graduale normalizzazione delle attività nel 2021. Politiche efficaci saranno fondamentali per evitare che i risultati siano anche peggiori. Poiché le conseguenze negative sono piuttosto acute in alcuni settori specifici, sarà necessario varare misure interne in campo fiscale, monetario e dei mercati finanziari per sostenere famiglie e imprese.

L’Italia è tra i Paesi più colpiti poiché la previsione per il 2020 è una contrazione del Pil del 9,1%, mentre nel 2021 la crescita prevista dovrebbe essere del 4,8%. Anche sul fronte dell’occupazione i dati non sono confortanti visto che il Fondo prevede una disoccupazione in aumento dal 10 al 12,7%.

Infine, attenzione puntata sul Memorandum recentemente approvato dalla Presidenza degli Stati Uniti allo scopo di fornire all’Italia assistenza in ambito medico e sanitario, ma anche sostegno alla ripresa economica.

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