Obbligatorietà del voto elettronico, valorizzazione del ruolo di guida e orientamento del commercialista per favorire non solo l’azionariato attivo degli investitori istituzionali, ma anche la completezza e la trasparenza dell’informativa finanziaria, investimento in formazione ed educazione finanziaria.
È quello che emerso dal convegno “Azionariato attivo: la shareholder rights, i diritti degli azionisti, gli investitori istituzionali, il voto elettronico”, organizzato dal Consiglio nazionale dei commercialisti e svoltosi oggi a Roma presso la sala Capranichetta di Palazzo Montecitorio. Il riferimento è allaDirettiva UE 2017/828, che mira a valorizzare i diritti e la partecipazione degli azionisti in relazione alla loro posizione nei confronti degli emittenti operanti sul suolo comunitario.
“Quando, presumibilmente a metà del prossimo anno, nel nostro Paese entrerà in vigore la Shareholder rights – ha affermato il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani – dovremo essere pronti a sfruttarne appieno le potenzialità, operando sempre con l’obiettivo, per noi assolutamente prioritario, di favorire una maggiore partecipazione dei piccoli azionisti e degli investitori istituzionali alle decisioni assunte in seno alle quotate e una maggiore trasparenza nella redazione dei documenti di carattere economico-finanziario”.
“Tra le principali innovazioni introdotte dalla direttiva – ha spiegato Miani – ci sono il diritto degli azionisti ad approvare le politiche di remunerazione degli amministratori, un nucleo di previsioni tese a facilitare l’esercizio dei diritti assembleari da parte degli azionisti, la regolamentazione delle relazioni fra gli stessi azionisti e gli investitori istituzionali. Si tratta di altrettanti strumenti utili a favorire l’azionariato attivo degli investitori istituzionali e la completezza e la trasparenza dell’informativa finanziaria. Temi sui quali il nostro Consiglio nazionale si batte da anni e sui quali i commercialisti possono avere un ruolo molto importante di guida e orientamento”. A proposito della partecipazione al mercato dei capitali dei cittadini, Miani ha ricordato come “la direttiva invita gli Stati ad agevolare la presenza dei risparmiatori attraverso gli strumenti del voto elettronico. Gli studi e le analisi condotte nel tempo hanno evidenziato l’inadeguatezza della nostra regolamentazione. Per questo da anni la nostra categoria propone con forza di rendere il voto elettronico obbligatorio, e non più facoltativo come oggi”.
All’incontro ha partecipato anche il sottosegretario all’Economia e Finanze, Laura Castelli, che ha parlato della necessità di “un cambiamento culturale”, affermando come “la normativa Ue cambierà radicalmente il modo di affrontare questo importante tema” e ribadendo come “il mondo dei commercialisti può darci un punto di vista assolutamente qualificato, da prendere in considerazione al momento di emanare o meno una norma”.
Sulla centralità del ruolo dei commercialisti nell’ambito dell’azionariato attivo ha insistito nel suo intervento anche il segretario del Consiglio nazionale dei commercialisti, Achille Coppola. “Possiamo ricoprire il ruolo di amministratori indipendenti o di componente dell’organo di controllo delle quotate, così come possiamo essere al fianco degli investitori aiutandoli, con dati e indicazioni, nell’esercizio consapevole del voto. Penso alle centinaia di migliaia di cittadini-risparmiatori che detengono partecipazioni complessivamente rilevanti nelle quotate, che possono essere supportati dalla rete dei commercialisti italiani, presente su tutto il territorio nazionale”. Coppola ha poi sottolineato l’importanza dell’esercizio dei diritti amministrativi, affermando che “attraverso la partecipazione degli investitori istituzionali alla vita delle imprese i risparmi dei lavoratori, autonomi o subordinati, possono diventare un formidabile strumento di democrazia economica. È fondamentale avere conoscenza e coscienza degli obiettivi, dei progetti di sviluppo e delle modalità di gestione e governance delle società emittenti i titoli detenuti. In questo senso l’esperienza degli investimenti in private equity dovrebbe essere d’esempio”.
Ad accogliere favorevolmente la normativa Ue è anche Paolo Martini, a.d. di Azimut Capital Management, che ha sottolineato come “essa tutela i diritti degli azionisti che partecipano all’approvazione degli emolumenti degli amministratori e ai processi decisionali”. Il filo conduttore per rendere attivi strumenti di questo genere, secondo Daniele Virgillito, presidente dell’UNGDCEC (Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili), deve essere “il cambiamento culturale che deve guidare anche la riforma della professione e tutta l’attività del governo. I giovani, infatti, pensano che il cambiamento sia un’opportunità per la nostra professione perché non credono nelle esclusive. Dobbiamo promuovere l’obbligatorietà del voto elettronico. Il limite alla sua applicazione, infatti, è dettata proprio da un mancato cambiamento culturale. La digitalizzazione può essere, come in questo caso, un’opportunità”.
Il convegno è proseguito con la tavola rotonda “Comunicazione dell’informativa finanziaria, le strategie applicate dagli investitori istituzionali” che è stata articolata in tre sessioni.
Ad aprire la prima sessione è stato Romano Bellissima, segretario generale nazionale UIL Pensionati, che auspica come “questo tema, finora circoscritto agli addetti ai lavori, diventi un dibattito di massa”, ponendo l’accento sul fatto che “lavoratori e pensionati non sono adeguatamente informati e provano diffidenza e malessere in merito ai compensi liquidati agli amministratori”.
Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza, ha illustrato le linee guida di un accordo che verrà firmato con il Consiglio nazionale dei commercialisti. “Si tratta di un decalogo dell’azionista attivo per gli investitori istituzionali con le istruzioni per l’uso dei diritti che consentono di incidere non soltanto sulla governance, ma anche sulle strategie e sui risultati di lungo termine delle società quotate. L’accordo, che si svilupperà attraverso una serie di iniziative di informazione e formazione a beneficio di fondi pensione, casse di previdenza dei liberi professionisti e altri investitori istituzionali”. Anche per Assofondipensione “è fondamentale per gli azionisti esercitare una funzione attiva nelle assemblee delle società quotate”. A difendere i diritti dei consumatori c’era Antonio Tanza, presidente Adusbef (Associazione difesa utenti servizi bancari e finanziari) per il quale si prospetta “una nuova battaglia. Metteremo a frutto la direttiva che arriva dalla Ue, approfondendo il tema in questione ed intervenendo a breve. C’è bisogno di una finanza responsabile con una strategia di investimento che integri analisi finanziarie e ambientali e crei valore per l’investitore. Non si può utilizzare il credito della società civile per scopi speculativi”.
Nella seconda sessione, ad evidenziare il ruolo del commercialista nelle assemblee delle società quotate è stata Simona Bonomelli, presidente dei commercialisti di Bergamo. “Il nostro ruolo è importante perché abbiamo la possibilità di fare “da spalla” agli investitori di minoranza. Rischio d’impresa e bilanci rappresentano temi della nostra professione. Il voto elettronico è per i piccoli azionisti un’opportunità fondamentale anche perché esso può limitare le difficoltà di spostamento dallo studio. Importante sarà anche allineare le norme del Codice civile su questa materia con le nuove disposizioni”.
Anche per Giuseppe Chianese, consigliere del Fondo pensione Concreto, “è fondamentale proseguire nel solco del cambiamento culturale per creare insieme esperienza di consulenti e fornitori di servizi, investendo bene nel rispetto dei soggetti che rappresentiamo”.
Marco Lazzaro, direttore generale dell’Ente nazionale previdenza e assistenza farmacisti, ha spiegato come “gli enti di previdenza gestiscono asset per oltre 70 miliardi, di cui 2 miliardi e 700 milioni i farmacisti. La direttiva Ue parte dal presupposto di un sostanziale agnosticismo delle Casse di previdenza sulle assemblee delle quotate. Proprio per le Casse essa rappresenta un’opportunità per rendere più trasparente l’azione in questo settore e raccordare gli interessi di investitori ed azionisti”. Per Lazzaro è fondamentale investire in formazione ed educazione finanziaria all’interno del sistema scolastico “per rendere più consapevole l’investitore-cittadino al momento in cui deve fare alcune scelte”.
Anche per Matteo De Lise, consigliere nazionale UNGDCEC, “si aprono spazi interessanti per la professione e l’ampliamento delle nostre competenze. La direttiva Ue del 2017 sul voto elettronico è stata recepita in Italia solo nel 2010 e il voto negli statuti delle società quotate è stato recepito in maniera secondaria. Da questo punto di vista, i commercialisti potrebbero esserne gestori, esercitando questa attività”.
La terza ed ultima sessione è iniziata con l’intervento di Alessio Garbin, direttore di Previnet, uno dei gestori più importanti in Italia con oltre 215 fondi di previdenza in cui hanno investito 8 milioni di lavoratori. “Oggi non abbiamo una grande valorizzazione del diritto di voto. Ben venga la direttiva Ue per una partecipazione attiva dei soggetti istituzionali che possono orientare ed utilizzare i soldi dei lavoratori per fare investimenti, permettere all’economia di crescere e creare posti di lavoro”.
Anche Giuseppe Scolaro, vice presidente della Cassa nazionale previdenza e assistenza ragionieri, ha sottolineato la necessità di “creare una politica di sistema e intervenire in assemblea per tutelare gli azionisti minori, ma anche per offrire ai commercialisti la possibilità della delega al voto. Il professionista diventa allora una sorta di cerniera”.
Giuseppe Patriossi, senior manager Prometeia Advisor Sim ha invece illustrato i risultati del rapporto 2018 sull’azionariato attivo ad opera di Morrow-Sodali. Dallo studio effettuato su 49 investitori istituzionali internazionali con 31 trilioni di dollari di asset, si evince che gli investitori vogliono essere a conoscenza di obiettivi e strategie; trasparenza sui criteri di remunerazione; piano di remunerazione; voto. “Negli Stati Uniti – ha spiegato Patriossi – queste politiche hanno innalzato la capacità degli investitori istituzionali di influire sulle politiche aziendali e, quindi, di non essere solo investitori finanziari”.
Ha concluso i lavori Gianfranco Tortorano, commercialista di Napoli, che ha sottolineato come “oggi, a differenza di dieci anni fa quando gli investimenti avvenivano in titoli di Stato, sono state prese in considerazione forme di investimento alternative poiché rispetto ai titoli siamo in presenza di uno scenario con tassi negativo o vicini allo zero”.
Giornalista professionista, addetta stampa del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, redattrice di Press Magazine
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