Il presidente dei commercialisti, Massimo Miani

L’Assemblea dei presidenti e dei candidati presidenti degli Ordini territoriali dei commercialisti, tenutasi a Roma, “ha espresso pieno sostegno all’operato del presidente Massimo Miani e dell’intero Consiglio nazionale. Gli intervenuti hanno caldamente invitato il Consiglio nazionale ad andare avanti nella sua azione a favore degli interessi della categoria e per la ricerca di una rapida soluzione alla situazione di stallo in cui essa si trova a seguito di un ricorso presentato al Tar del Lazio, che ha provocato una nuova sospensione della procedura elettorale per il rinnovo dei Consigli degli Ordini territoriali”. Lo si legge nella nota del Consiglio nazionale dei commercialisti, in cui si evidenzia come “nessuno dei presenti abbia avallato l’ipotesi di dimissioni del Consiglio nazionale. L’Assemblea ha, inoltre, espresso forti critiche nei confronti del ricorrente non attribuendo alla sua iniziativa alcuna valenza a tutela degli interessi reali degli iscritti, dal momento che il ricorso ha impedito l’imminente rinnovo degli Ordini locali l’11 ed il 12 ottobre, rischiando al contempo di compromettere le già fissate elezioni per il rinnovo del Consiglio nazionale del 12 gennaio 2022”.

Preso atto, si legge ancora, “dell’inequivocabile orientamento emerso dall’Assemblea, Miani e l’intero consiglio nazionale hanno raccolto il mandato a proseguire attraverso i propri legali nell’affermazione della piena legittimità del proprio operato e di quello degli Ordini territoriali, lavorando al contempo, come sempre fatto, in raccordo con il ministero vigilante della Giustizia, all’individuazione di un percorso che porti nel più breve tempo possibile allo svolgimento delle elezioni territoriali prima e nazionali poi. Durante l’Assemblea, peraltro, è emerso chiaramente come nel corso del suo mandato il Consiglio nazionale sia stato considerato dal ministero della Giustizia come il suo naturale e legittimo interlocutore per la assunzione dei vari atti che hanno interessato la categoria”, termina la nota dei commercialisti.

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