“Il cassetto fiscale ha contributo ad agevolare il lavoro dei contribuenti e di molti operatori, primi fra tutti i commercialisti. Ma presenta delle criticità che vanno superate per renderlo ancor più efficace”. E’ quanto scrive il presidente dei commercialisti italiani, Gerardo Longobardi, in una lettera inviata al direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi. Le proposte migliorative dei commercialisti, fatte pervenire alle Entrate, sono contenute in un documento predisposto dalla Commissione “Tecnologie informatiche negli studi e negli Ordini”, che rientra nell’area di delega del consigliere nazionale Maurizio Grosso.
I commercialisti chiedono innanzitutto di aumentare il numero di intermediari contemporaneamente delegabili da ogni singolo contribuente. “La previsione di un numero limitato ed esiguo di soggetti delegabili per la consultazione dei dati del cassetto fiscale dello stesso contribuente – spiega Longobardi – non è coerente con la finalità stessa dello strumento”. I commercialisti sottolineano come la possibilità di costituire uno o più procuratori speciali che compiano, anche disgiuntamente, atti in sua rappresentanza, rientri nei diritti di ciascun contribuente e aggiungono come, alla luce dei principi generali del diritto civile, non si ravvisino impedimenti ad estendere il numero di soggetti abilitati ad interfacciarsi con l’Amministrazione finanziaria in rappresentanza del contribuente.
La professione propone inoltre di velocizzare la procedure di attivazione del Cassetto fiscale. “Suggeriamo – afferma Maurizio Grosso – di utilizzare una piattaforma dell’Agenzia delle Entrate che prepari il documento informatico di richiesta firmabile digitalmente dal contribuente e dall’intermediario, in questo caso munito di procura speciale cartacea firmata dal cliente e autenticata dal professionista tramite apposizione sul documento della propria firma autografa o digitale da tenere a disposizione di un “uplodatore” alla richiesta”. Questo sistema dovrebbe anche prevedere, secondo Grosso, “l’invio a stretto giro dell’intero codice di attivazione all’indirizzo di posta elettronica certificata del soggetto firmatario la richiesta, sia che si tratti di un contribuente, sia che si tratti di un intermediario delegato”. Questa procedura, secondo i commercialisti, altre a ridurre i tempi per l’ottenimento dell’accesso, consentirebbe di evitare il rischio, legato all’attuale modalità, di smarrimento del codice di attivazione da parte del contribuente o quello di mancata consegna dello stesso all’intermediario.
I commercialisti chiedono infine di prevedere una scadenza illimitata della delega/procura speciale, così come già previsto in un ambito analogo dall’Inps. Al momento la durata della delega è limitata a quattro anni. L’adempimento di rinnovo della delega, soprattutto nei periodi di scadenze fiscali, complica inutilmente, secondo i commercialisti, l’attività degli intermediari.

Responsabile Ufficio stampa del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili
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