“Il Consiglio Nazionale dei Commercialisti, supportato anche dalle sempre più insistenti segnalazioni provenienti da tutti gli Ordini territoriali e dai referenti regionali della categoria per la fiscalità, ritiene ormai non più differibile un intervento normativo che disponga, con urgenza, il carattere meramente facoltativo dell’applicazione degli ISA e della compilazione dei relativi modelli per il corrente anno”. E’ la principale richiesta contenuta nella missiva inviata oggi dal Presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani, al Premier Giuseppe Conte. Per denunciare il gravissimo disagio in cui si trova attualmente la professione per i ritardi nella messa a disposizione degli strumenti necessari all’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA), lo scorso 23 maggio i commercialisti avevano scritto anche al Ministro dell’Economia, Giovanni Tria.
“La nuova disciplina – scrive Miani – prevede che i contribuenti interessati, per migliorare il proprio profilo di affidabilità nonché per accedere al regime premiale, possono indicare nelle dichiarazioni fiscali ulteriori componenti positivi, non risultanti dalle scritture contabili, rilevanti ai fini delle imposte sui redditi, dell’imposta regionale sulle attività produttive e dell’imposta sul valore aggiunto, versando le relative maggiori imposte entro il termine previsto per il versamento a saldo delle imposte sui redditi. A poco più di venti giorni dalla scadenza di quest’ultimo termine – prosegue Miani – dobbiamo purtroppo denunciare l’ancora attuale indisponibilità non solo dei software necessari per l’applicazione dei nuovi ISA, ma anche degli “ulteriori dati” che, per ciascun contribuente, devono preventivamente essere scaricati dal sito dell’Agenzia delle entrate e che sono indispensabili per il funzionamento dei predetti software”.
Una situazione, sottolinea Miani, “di gravissimo e intollerabile ritardo anche in considerazione del fatto che i nuovi ISA avrebbero dovuto trovare la loro prima applicazione già lo scorso anno e che a due anni di distanza dalla loro previsione normativa risultano ancora indisponibili gli strumenti necessari per la loro stessa applicazione”.
Nella lettera inviata a Tria, i commercialisti avevano chiesto la proroga al 30 settembre dei termini di versamento delle imposte sui redditi, dell’imposta regionale sulle attività produttive e dell’imposta sul valore aggiunto. In quella circostanza era stata anche sottolineata, da parte dei commercialisti, l’inutilità del differimento di venti giorni dei termini di versamento che viene di consueto disposto con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, perché insufficiente. Insufficiente anche una proroga dei versamenti che fosse disposta “unicamente per le maggiori imposte correlate al miglioramento del punteggio di affidabilità fiscale, avendo i nuovi ISA riflessi anche sulle imposte ordinariamente dovute, per effetto della loro rilevanza sulla disciplina delle “società di comodo”, la cui eventuale applicazione comporta l’obbligo di versamento di maggiori imposte sui redditi, IRAP e IVA, a prescindere da quanto eventualmente corrisposto in virtù dell’applicazione degli ISA al fine dell’ottenimento di un miglior punteggio di affidabilità”.
“A due settimane di distanza dalla lettera inviata al Ministro Tria – scrive il presidente dei commercialisti a Conte – dobbiamo purtroppo registrare che nessun passo in avanti è stato fatto e si è ulteriormente aggravata l’ormai non più tollerabile situazione di incertezza a cui tutti i Commercialisti sono costretti, per l’ennesima volta, a far fronte, in totale spregio delle più elementari regole di garanzia e di rispetto del lavoro dei professionisti, nonché dei fondamentali diritti sanciti dallo Statuto del Contribuente. Alla luce di tali inconfutabili fatti, è evidente che si è andati ormai “fuori tempo massimo” e che è necessario un intervento risolutore che ponga definitivamente i contribuenti e i professionisti che li assistono nelle condizioni di effettuare gli adempimenti fiscali e di svolgere il proprio lavoro con la dovuta serenità e diligenza professionale, senza essere costretti a estenuanti straordinari “.
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