“Evitare l’aumento della pressione fiscale è un imperativo. Considerato che nella precedente legislatura sono stati attuati interventi lungo la direttrice lavoratore dipendente a reddito medio-basso – impresa medio-grande, condividiamo l’attenzione che l’attuale esecutivo ha posto nei confronti del lavoro autonomo e sta ponendo ora, più in generale, sui redditi del ceto medio”. E’ quanto affermato dal presidente dei commercialisti italiani, Massimo Miani, al tavolo con le parti sociali tenuto oggi al Viminale dal Vicepremier Matteo Salvini. Secondo Miani “la priorità deve essere data ora a quei redditi compresi tra 28.000 euro e 55.000 euro lordi che scontano un’aliquota marginale del 38%, la quale, considerato il livello dei redditi su cui viene applicata, appare più espropriativa che progressiva. Al costo finanziario di 9 miliardi di euro, sarebbe possibile abrogarla ed espandere dunque quella del 27% fino a 55.000 euro, riducendo così in modo strutturale ed erga omnes il numero di aliquota IRPEF da 5 a 4”. Si tratterebbe, per il presidente dei commercialisti “di un intervento strutturale, preferibile al mantenimento dello status quo con la creazione di ulteriori regimi opzionali al 15% che portano complicazioni ulteriori e benefici effettivi consistenti ma per platee molto ristrette di contribuenti”.
Miani ha espresso anche “apprezzamento per le iniziative parlamentari e di governo della Lega che riguardano l’accorpamento IMU-TASI e il progetto di trasformazione dell’IRAP in una più semplice addizionale regionale all’IRES, alle quali sta lavorando il Sottosegretario Bitonci”. Il numero uno dei commercialisti italiani ha sottolineato anche “l’importanza della presenza delle libere professioni al tavolo di oggi, assieme alle altre parti sociali”. “Una novità di merito e di metodo – ha detto – molto significativa e apprezzabile”.
Proprio nell’ottica di un “rinnovato interesse per le istanze dei professionisti – ha concluso Miani – ho posto con forza al tavolo il tema dei disagi che i commercialisti stanno affrontando in queste prime settimane di applicazione dei nuovi indici sintetici di affidabilità, che chiediamo siano opzionali per quest’anno. Il fisco deve essere rispettoso di cittadini e professionisti e, soprattutto, dello Statuto del contribuente. Mi auguro che anche su questo aspetto l’incontro di oggi sia l’inizio di un cambio di metodo”.
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