Rosa D’Angiolella nel corso del suo intervento
Il futuro assetto territoriale delle Corti di giustizia tributaria non può essere deciso senza coinvolgere i professionisti del settore, che costituiscono parte necessaria del contraddittorio processuale. Come organo esponenziale della categoria dei Commercialisti, ci aspettiamo pertanto di essere convocati dal Ministero dell’economia e delle finanze per ricevere comunicazioni ufficiali in merito alle ipotesi di revisione della “geografia” giudiziaria, in fase di elaborazione”.
È questo l’appello rivolto al MEF da Rosa D’Angiolella, consigliera nazionale dei commercialisti delegata al contenzioso tributario, nel corso della cerimonia inaugurale dell’anno giudiziario tributario, svoltasi oggi nella Sala della Regina della Camera dei Deputati.
“Siamo tutti consapevoli dell’inadeguatezza dell’attuale assetto territoriale delle Corti rispetto alla figura del nuovo giudice professionale e alla progressiva digitalizzazione del processo tributario, ma resta ferma la necessità di garantire a tutti i cittadini/contribuenti il pieno rispetto del diritto di accesso alla giustizia”, ha aggiunto. “Ogni Corte di giustizia è un presidio di legalità” per cui occorre selezionare con estrema attenzione i criteri in base ai quali procedere all’accorpamento delle sedi giudiziarie. Come pure – ha proseguito – dovrà essere attentamente valutato come conciliare la decorrenza della nuova “geografia” della Giustizia tributaria con i tempi della effettiva immissione in servizio dei nuovi magistrati tributari assunti per concorso”.
Per un più rapido popolamento del ruolo dei nuovi magistrati tributari e per una più celere messa a regime della riforma, “ma anche per non disperdere il patrimonio di esperienza e competenza degli attuali giudici “non togati” D’Angiolella ha anche lanciato la proposta di prevedere “un’apposita selezione pubblica per titoli ed esami riservata a quelli, tra detti giudici, che siano iscritti negli albi dei dottori commercialisti e degli avvocati e che valorizzi la qualità delle funzioni svolte, la produzione scientifica e i titoli di particolare specializzazione nella materia tributaria, in aggiunta all’anzianità di servizio maturata. In tal modo, i più qualificati tra gli attuali giudici “laici” potrebbero essere “stabilizzati” nei ruoli della magistratura tributaria, con evidenti vantaggi sotto il profilo sia della salvaguardia delle migliori professionalità sia della più rapida attuazione della riforma”.
Per quanto riguarda gli aspetti processuali della riforma, la consigliera nazionale ha affermato che “il quadro complessivo che emerge dall’attuazione della delega fiscale è certamente positivo, anche se non mancano alcuni aspetti di criticità sui quali occorrerà svolgere i dovuti approfondimenti per valutare l’opportunità di eventuali interventi correttivi”.
“Nell’ottica della semplificazione delle regole processuali e per evitare un inutile appesantimento degli oneri a carico delle parti – ha concluso– occorre eliminare l’obbligo di attestazione di conformità all’originale degli atti e documenti su supporto cartaceo prodotti in giudizio, recentemente introdotto in attuazione della riforma fiscale”.

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