Un appello ad “assumere le iniziative più opportune al fine di garantire la uniforme ripresa dell’attività giudiziaria in forma pubblica sull’intero territorio nazionale”. Lo rivolgono i Consigli nazionali dei commercialisti e degli avvocati in una lettera inviata oggi al Presidente del Consiglio della Giustizia tributaria, Antonio Leone. Secondo commercialisti e avvocati solo “l’udienza pubblica e il regolare funzionamento degli uffici giudiziari assicurano alle parti il contraddittorio processuale”. Nella missiva i due Consigli sottolineano “come con la fine del periodo di sospensione feriale dei termini processuali, occorre mettere in atto tutte le iniziative necessarie per ripristinare le condizioni ordinarie di svolgimento dell’attività giudiziaria da parte delle Commissioni tributarie, pur con le cautele necessarie per contrastare l’emergenza epidemiologica da COVID-19 e contenerne gli effetti negativi”.
Commercialisti e avvocati ricordano come “per assicurare tali finalità, l’articolo 83 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, ai commi 6 e 7, ha consentito ai Presidenti delle Commissioni di adottare, per il periodo compreso tra il 12 maggio e il 30 giugno 2020, le misure organizzative, anche relative alla trattazione degli affari giudiziari, necessarie per consentire il rispetto delle indicazioni igienico-sanitarie onde evitare assembramenti all’interno dell’ufficio giudiziario e contatti ravvicinati tra le persone, tra cui la limitazione dell’accesso del pubblico agli uffici giudiziari e lo svolgimento delle udienze mediante lo scambio e il deposito in telematico di note scritte contenenti le sole istanze e conclusioni e la successiva adozione fuori udienza del provvedimento del giudice”.
“Considerato il carattere straordinario di tali misure organizzative – proseguono i due Consigli nazionali – si ritiene che le stesse non possano trovare applicazione nel processo tributario anche dopo il 30 giugno 2020, neppure invocando le ulteriori disposizioni recate dai commi da 3 a 10 dell’articolo 221 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, che prevedono la possibilità di adottare analoghe misure fino al 31 ottobre 2020, ma soltanto in materia di processo civile e penale, come chiaramente desumibile dalla stessa rubrica del citato articolo 221”.
Commercialisti e avvocati sottolineano come “alla luce di tale normativa, alcuni decreti presidenziali hanno già tempestivamente disposto la ripresa delle udienze pubbliche, pur mantenendo ferme le opportune cautele per evitare la diffusione del contagio da COVID-19, come il frazionamento degli orari di convocazione delle udienze e degli accessi, l’obbligo del distanziamento interpersonale e l’uso obbligatorio delle mascherine all’intero dell’ufficio giudiziario”. Taluni decreti presidenziali, ricordano i professionisti “hanno tuttavia ritenuto applicabili anche nel processo tributario le misure organizzative straordinarie previste dal citato articolo 221 per i soli processi civile e penale”.
“Considerato che risulta indispensabile assicurare alle parti il doveroso contraddittorio processuale che può essere garantito soltanto con l’effettivo svolgimento dell’udienza pubblica oltre che con il regolare funzionamento degli uffici giudiziari e che pertanto è necessario ripristinare celermente le condizioni ordinarie di svolgimento dell’attività giudiziaria in tutte le sedi delle Commissioni tributarie – prosegue la missiva indirizzata a Leone – il Consiglio Nazionale dei Commercialisti e il Consiglio Nazionale Forense chiedono di assumere le iniziative più opportune al fine di garantire la uniforme ripresa dell’attività giudiziaria in forma pubblica sull’intero territorio nazionale, impartendo le conseguenti direttive, pur nel doveroso rispetto delle misure idonee ad evitare rischi per la salute, quale, a titolo esemplificativo, il già richiamato frazionamento degli orari di convocazione delle udienze”.
I due Consigli Nazionali affermano di condividere “l’analoga richiesta formulata dalle associazioni di categoria degli avvocati e dei commerciali (rispettivamente, UNCAT e ADC e ANC) e restano disponibili a fornire ogni collaborazione utile per la più efficace attuazione delle misure organizzative idonee a garantire la pubblicità delle udienze e il regolare funzionamento degli uffici giudiziari, nel rispetto della indispensabile tutela dei diritti di difesa del contribuente ex art 24 e 111 della costituzione”.
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