Nel 2016 si dimezza la crescita degli iscritti (+0,5%). Prosegue l’aumento del numero delle donne. Diminuiscono i giovani, mentre per la prima volta sale il numero dei praticanti. Crescono le Società tra professionisti. Domani a Roma l’Assemblea generale della categoria
Dal 2007 al 2015 i redditi in termini reali dei commercialisti italiani, ossia al netto dell’inflazione, sono scesi del 13,9%. E se nel 2015 il reddito medio della categoria è salito del 2,2% rispetto all’anno precedente, attestandosi a quota 58.602 euro annui, quasi il 50% degli iscritti dichiara meno di 33mila euro, con grandi e crescenti differenze tra Nord e Sud Italia. È quanto emerge dall’annuale Rapporto sulla Professione, redatto dalla Fondazione nazionale dei commercialisti (FNC), che sarà presentato domani a Roma nel corso dell’Assemblea nazionale della categoria. Secondo lo studio, continuano a crescere anche nel 2016 gli iscritti all’Albo che sono quasi 118mila, anche se solo dello 0,5% rispetto all’anno precedente. Prosegue anche la crescita delle donne, che passano dal 32% al 32,3%. Lieve calo degli under 40 (dal 17,6% al 17,4 %). I dati della Fondazione nazionale dei commercialisti certificano anche che le Società tra professionisti dei commercialisti sono 438, in crescita del 55%.
Statistiche reddituali
Le statistiche reddituali elaborate sulla base dei dati delle casse di previdenza dei dottori e dei ragionieri e relative ai redditi 2015 (dichiarazioni 2016) presentano un’elevata variabilità territoriale. Il dato medio nazionale è stato calcolato in 58.602 euro – era stato di 57.340 euro nel 2014 (+2,2%) – con un reddito mediano pari a 33.206.
Il divario Nord-Sud è particolarmente pronunciato ed evidente: si va dai 79.811 euro di media del Nord ai 30.067 del Sud, con un livello medio del Nord pari a più del doppio rispetto al Sud (265% il rapporto Nord-Sud). Il divario si amplia ancora di più se si osserva il dato medio più elevato del Nord-ovest, pari a 84.419 euro, rispetto al dato medio più basso delle regioni meridionali, pari a 29.260 euro (288%).
Rispetto all’anno precedente, si segnala la variazione positiva di tutte le aree territoriali con un’accentuazione più forte al Nord (+2,3%) rispetto al Centro (+2%) e al Sud (+1,7%). Nel Nord si segnala un andamento nettamente più elevato del Nord Ovest +2,7% rispetto al Nord Est (+1,7%), mentre nel Sud è molto diverso l’andamento tra l’insieme delle regioni meridionali (+2,2%) e le Isole (+0,6%). Sul piano regionale il divario assume proporzioni davvero enormi, raggiungendo un rapporto di 4 a 1, con il Trentino Alto Adige al più alto livello di reddito (104.721 euro di media, +1,9% sul 2014) e la Calabria al livello più basso (23.919 euro di media, +3,6% sul 2014). Le regioni con la crescita più elevata dei redditi medi 2015 rispetto a quelli 2014 sono la Basilicata (+8,5%), la Calabria (+3,6%) e il Piemonte (+3,5%). Da segnalare, invece, le uniche due regioni in cui il reddito medio risulta in diminuzione rispetto al 2014: la Sardegna (-2%) e l’Umbria (-0,7%).
“Il calo del reddito medio in termini reali del 13,9% rispetto al 2007, anno precrisi – commenta il presidente nazionale della categoria, Massimo Miani – è la dimostrazione tangibile di come la crisi che ha colpito le libere professioni italiane non ha risparmiato i Commercialisti, colpiti anche dalle conseguenze in termini di maggiori costi operativi derivanti dalle numerose novità introdotte nel campo degli adempimenti fiscali”. “La mediana, cioè il valore che divide la distribuzione degli iscritti alle casse di previdenza in due parti uguali – prosegue Miani – nel 2015 è risultata pari a 33.206 euro. Il 50% dei Commercialisti percepisce un reddito non superiore a 33.206 euro. Si tratta di un dato significativo che invita alla prudenza quando si leggono le statistiche reddituali e si osserva un aumento delle medie nominali poiché, di fatto, la stragrande maggioranza dei redditi è schiacciata verso il basso. Ciò pone, con tutta evidenza, il problema del sostegno al reddito per un’ampia fascia di professionisti e rafforza la campagna sull’equo compenso che vede i Commercialisti coinvolti in prima fila accanto alle altre professioni”.
Iscritti
Nel corso del 2016, gli iscritti all’Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili hanno fatto registrare una crescita pari allo 0,5%, dimezzando la tendenza di crescita fatta registrare negli anni 2013-2015 quando si era stabilizzata intorno all’1%. L’incremento in valore assoluto è stato pari a 564 unità, la metà dell’anno precedente, quando era stato di 1.107 iscritti. L’andamento del tasso di crescita è molto diversificato fra le macroaree territoriali: si passa da un +0,9% di crescita degli iscritti negli Ordini del nord al +0,3% di crescita negli Ordini del centro, fino al +0,1% in quelli del Sud. Il contributo in valore assoluto alla crescita è quasi completamente degli Ordini del Nord +447 mentre quello delle altre aree territoriali, Centro +78 e Sud +27 iscritti, mostrano l’inversione di un trend che prima era invece significativamente a favore del Sud.
Donne e giovani
Nel 2016 la componente femminile degli iscritti all’Albo compie un ulteriore passo in avanti portando la propria quota sul totale dal 32% al 32,3%. Gli iscritti fino a 40 anni fanno registrare, invece, un lieve calo passando dal 17,6% al 17,4%, mentre gli over 60 passano dal 16,5 al 16,9%.
Esperti Contabili (Sezione B dell’Albo)
Le statistiche relative agli esperti contabili mostrano un aumento: all’1.1.2017 sono 1.010 contro i 742 di un anno prima (+36,1%). Nel 2016 la crescita più elevata si è avuta negli Ordini del Sud +40%, mentre è stata più bassa la crescita degli Ordini del Centro +28,9%; negli Ordini delle regioni del Nord gli Esperti Contabili sono aumentati del 37%.
Casse di Previdenza
Alla data del 1° gennaio 2017 il numero di iscritti totali alle Casse di previdenza dei dottori e dei ragionieri (al netto dei cancellati/esonerati) è pari a 95.498 contro i 94.455 dell’anno precedente (+1,1%).
I Praticanti
Sulla base dei dati inviati dagli ordini, gli iscritti al Registro dei Tirocinanti dei 131 Ordini territoriali al 1° gennaio 2017 sono pari a 13.519. Rispetto al 2016, si è verificata una variazione in valore assoluto di +408 iscritti, pari ad un incremento in percentuale del 3,1%. Sul piano territoriale l’andamento è fortemente disomogeneo. L’aumento, infatti, è localizzato esclusivamente nel Centro (+1.071 unità pari al +40,5%), mentre nelle altre macroaree territoriali si ha una tendenza opposta: -4% al Nord e -7,7% al Sud.
Società tra Professionisti
All’1.1.2017 le Società tra Professionisti sono 438 rispetto alle 282 dell’1.1.2016 (erano 135 dell’1.1.2015). L’aumento in valore assoluto è stato di 156, il tasso di crescita rispetto al 2015 è stato pari a 55,3%, mentre rispetto a 2 anni prima è stato del 224%. Il 66,7% delle Stp è negli Ordini del Nord: in particolare, in Lombardia ci sono 129 Stp, pari al 29% del totale. Nel 2016 la crescita è stata più elevata negli Ordini del Centro +65% per via dell’accelerazione mostrata dalla Toscana (+90,9%) e dall’Umbria (+300%).

Responsabile Ufficio stampa del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili
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