Apprezzamento per “il grande lavoro, svolto e concluso in tempi rapidi, con il quale si affrontano gli aspetti salienti delle procedure concorsuali e si colmano alcune importanti carenze dell’attuale disciplina”. E’ il giudizio del Consiglio nazionale dei commercialisti sullo schema di disegno di legge delega messo a punto dalla Commissione istituita presso il Ministero della Giustizia, presieduta da Renato Rordorf. A questo apprezzamento, espresso nel corso di un’audizione della stessa Commissione tenutasi oggi nella sede del Ministero della Giustizia giudicata dalla categoria “molto positiva e costruttiva”, i commercialisti aggiungono la richiesta “di non trascurare la bontà di istituti e di funzioni tipici del nostro ordinamento che fino ad oggi hanno rappresentato garanzia per il sistema economico e per il funzionamento delle imprese, in virtù di precipui obblighi e doveri imposti ex lege anche a tutela dei creditori”.
L’invito formulato dal presidente della categoria, Gerardo Longobardi, è a “non stravolgere l’attuale sistema di amministrazione e controllo, perché già oggi esistono meccanismi e norme che consentono di far emergere tempestivamente le situazioni in cui non è più garantita la continuità dell’impresa”.
“In relazione alla procedura di allerta descritta dallo schema di disegno di legge delega – ha detto Longobardi – il nostro giudizio è moderatamente positivo. Esprimiamo alcune riserve sul funzionamento dell’istituto in relazione ai compiti e ai doveri che, attualmente, il legislatore attribuisce agli organi di controllo. Il nostro suggerimento è che si evitino potenziali contrasti interpretativi e sovrapposizione di istituti tra loro non assimilabili. In particolare – ha proseguito il presidente dei commercialisti – per quanto concerne gli organi di controllo della società la vigente legislazione già prevede meccanismi che possono segnalare situazioni di difficoltà. Non è un caso che le statistiche informino come le società maggiormente strutturate e dotate del collegio sindacale, sia s.p.a. che s.r.l., registrino il minor numero di fallimenti”.
I commercialisti nutrono qualche perplessità sulla previsione di esternalizzare il meccanismo di emersione della crisi che, secondo Longobardi “non ha bisogno di essere portato al di fuori della società, dal momento che è già declinato nel codice civile e nel TUF: la corretta osservanza dei precetti di legge da parte degli organi di controllo, vale a dire del collegio sindacale, consentirebbe di intercettare tempestivamente segnali di crisi, risolvendo per tramite dei flussi informativi e di provvedimenti adeguati alla realtà imprenditoriale, dunque con rimedi esclusivamente endosocietari, il pericolo di insolvenza”. “Nel nostro ordinamento– ha spiegato – esistono già rimedi incisivi in questo ambito, dal momento che il collegio sindacale è tenuto a rimettere prima la questione all’organo decisionale e, poi, in casi estremi, ad esternalizzare il dissidio con l’organo di amministrazione, demandando al Tribunale un importate ruolo di ripristino della legalità.
Il presidente dei commercialisti Longobardi e i consiglieri nazionali delegati alla materia Maria Rachele Vigani e Felice Ruscetta esprimono parere positivo anche sull’intenzione della Commissione Rordorf di qualificare giuridicamente il concetto di crisi, così da distinguerlo da quello di insolvenza. Longobardi ha però sottolineato come “si tratti di un compito particolarmente complesso, in quanto il concetto di crisi assume nella realtà aziendalistica sfaccettature differenti a seconda del contesto e della situazione in cui l’impresa viene a trovarsi”. Sarebbe pertanto auspicabile, secondo Longobardi, “non trascurare il dato aziendalistico nell’evidenziazione del fenomeno in modo distinto d a quello dell’insolvenza”. A parere dei commercialisti, inoltre, “la gestione della crisi nell’ambito della procedura di allerta come descritta nello schema di disegno di legge delega, dovrebbe essere svolta da un’apposita sezione specializzata dell’organismo di composizione nella crisi di impresa in cui siano iscritti professionisti che vantino specifici requisiti di professionalità e di indipendenza, con competenze nelle materie aziendali e giuridiche”.
Infine, quanto ai criteri di nomina del comitato di sorveglianza delle procedure di amministrazione straordinaria, essendo quest’ultimo legittimato ad esprimere pareri e avendo particolari poteri ispettivi rispetto alle scritture contabili tenute dalla società, sarebbe auspicabile, per i commercialisti che “accanto al requisito dell’esperienza attualmente previsto, vengano introdotti requisiti di professionalità specifica e indipendenza”.
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Responsabile Ufficio stampa del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili
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