Sostenibilità, governance e finanza dell’impresa: impatto degli ESG con particolare riferimento alle PMI. Evoluzione degli scenari. Business continuity, nuove opportunità, creazione di valore: oltre la compliance è il titolo di un documento pubblicato dal Consiglio nazionale dei commercialisti con il quale si aggiorna un precedente documento del marzo 2024, rivedendolo ampiamente in base ai recenti sviluppi di prassi e di normativa, anche alla luce delle proposte dell’Omnibus simplification Package on sustainability.

Obiettivo del documento – curato dalla Commissione di studio “Governance e Finanza” del Consiglio nazionale – è approfondire la relazione e il movimento bidirezionale tra i sustainability issues e la governance delle aziende – nella loro dimensione concettuale e funzionale –, nell’ottica di ripensare e migliorare gli adeguati assetti “organizzativi, amministrativi e contabili” (OAC) e potenziare così le connessioni dell’organizzazione con i suoi interlocutori, soprattutto col sistema bancario e creditizio.

La riflessione muove dalla considerazione della centralità della sostenibilità nel consolidamento della continuità aziendale e nella valutazione dell’impresa. L’analisi intende focalizzarsi sullo stretto legame esistente e potenziale tra i principi di corretta amministrazione, di cui gli assetti OAC rappresentano la principale esplicitazione, e i fattori environmental, social, governance (ESG) nel contesto degli attuali processi di sviluppo europeo e nazionale nella sustainability economics (in particolare, nei settori della sustainable finance, del sustainability reporting e della sustainable governance) e di digitalizzazione dell’operatività aziendale, con particolare riferimento alle realtà aziendali di medie e piccole dimensioni.

Il documento consta di tre “Parti” dedicate al contesto concettuale e normativo, alla governance aziendale e alla finanza d’impresa. Completano la sua struttura due appendici e alcuni diversi approfondimenti.

In un contesto normativo di riferimento estremamente fluido, i prossimi mesi saranno cruciali per la discussione, la messa a punto tecnica e l’emanazione degli atti con cui implementare l’ordinamento europeo con le proposte dell’Omnibus simplification Package on sustainability.

Proprio sull’Omnibus Package, il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, e il Consigliere nazionale delegato allo Sviluppo sostenibile, Gianluca Galletti, sottolineano come sia “condivisibile la scelta dell’organo esecutivo europeo di confermare gli obiettivi sostanziali della sostenibilità quali elementi imprescindibili”, rimarcando però che ”quando il cambiamento non è condiviso e non è graduale, non è neanche prevedibile nelle sue conseguenze, anche quelle più immediate, e viene perciò a configurarsi, esso stesso, quale elemento di rischio da mitigare, da gestire. Ecco perché siamo convinti delle opportunità offerte da una rimodulazione e da una semplificazione normativa ma, allo stesso tempo, crediamo occorra rimarcare l’importanza di spingere verso l’integrazione volontaria della sostenibilità nei processi aziendali, per non farci trovare impreparati – e guardiamo tanto alle imprese quanto ai loro consulenti – quando si manifestino gli effetti di rischi ESG ben visibili, ad esempio, nelle possibili conseguenze generate dalla diffusione di politiche commerciali protezionistiche con relative pressioni inflazionistiche e acredini nelle relazioni internazionali”. “Del resto” aggiungono, “non è un caso che il mondo bancario non sembra volersi privare delle informazioni ESG per la valutazione della posizione creditizia delle imprese, considerando la relazione tra sostenibilità economico-produttiva e continuità aziendale, tra gestione dei rischi ESG e capacità di creare valore nel lungo termine. Da questo punto di vista, sembra condivisibile la scelta di confermare l’integrazione nell’ordinamento europeo del principio della doppia materialità, scelta peraltro condivisa, sul fronte della sustainability disclosure obbligatoria, anche in contesti tanto lontani dal nostro, fisicamente e culturalmente, come la Cina”.

Per il presidente della Commissione di studio “Governance e finanza”, Paolo Vernero, “se, da un lato, la semplificazione può migliorare l’efficienza e ridurre gli oneri burocratici, a fronte dell’attuale corpo normativo, imponente ed effettivamente gravoso per il sistema-imprese europeo, dall’altro, esiste il rischio concreto che una eccessiva deregolamentazione possa minare i progressi raggiunti finora in ambito di sostenibilità e, conseguentemente, innescare un effetto più ampio di incertezza normativa. Senza far ricorso a facili ottimismi, pare oggettivamente inopportuno rinnegare oggi l’importanza assunta dalla sostenibilità: le società più competitive sul mercato effettuano disclosure di sostenibilità non tanto e non solo per “fare la rendicontazione”, ma interpretando la stessa quale output finale di un processo ben più ampio, soltanto in parte collegato alla compliance normativa in quanto tale, e quale utile spunto strategico per gestire rischi e opportunità, in un’ottica di creazione del valore e di presidio della sua continuità nel tempo”.

“In sostanza”, conclude, “al di là delle scelte del legislatore rispetto a un’applicazione più o meno soft della compliance ESG, esistono motori propulsori che spingono oggettivamente la sostenibilità e questi, oltre ad avere un certo potere di condizionamento, rappresentano nel loro insieme gran parte di ciò che comunemente chiamiamo “mercato”.

Please follow and like us:
Pin Share

Allegati

Leggi anche

STAI CERCANDO