Valorizzare il ruolo dei commercialisti come consulenti delle pmi nel processo di penetrazione dei mercati esteri. È questo l’obiettivo del Road Show dei commercialisti per l’internazionalizzazione, il progetto del Consiglio nazionale di categoria presentato oggi al Senato durante una conferenza stampa.

A spiegare l’iniziativa è stato Giovanni Gerardo Parente, consigliere nazionale dei commercialisti delegato all’Attività internazionale, che ha sottolineato come la presenza capillare dei commercialisti sul territorio italiano – 116mila professionisti raggruppati in 144 Ordini territoriali – sia fondamentale per affiancare le imprese nel processo di internazionalizzazione. Già oggi, secondo dati Simest, il 40% dei finanziamenti agevolati erogati alle imprese proprio da Simest è frutto di consulenze sulle intermediazioni compiute da commercialisti.

Il Road Show, che partirà ad aprile per concludersi a novembre, toccherà dieci città italiane (Bologna, Brescia, Verona, Firenze, Perugia, Caserta, Bari, Palermo, Catanzaro e Roma) con lo scopo di fornire informazioni utili agli iscritti per interfacciarsi con le Istituzioni che si occupano di mercati esteri per offrire alle aziende che assistono una consulenza a 360 gradi sulle questioni tecnico-operative connesse alle scelte di internazionalizzare le loro attività.

“Il progetto – ha affermato il consigliere Parente – è un’occasione per informare ed illustrare ai colleghi presenti sul territorio italiano e alle imprese loro clienti gli importanti Protocolli d’intesa che il Consiglio nazionale dei commercialisti ha recentemente siglato e siglerà con i soggetti istituzionali e associativi di riferimento (Assocamerestero, Sace, Simest, IILA, ICE) per trasmettere e diffondere il concetto dell’importanza dell’export per la crescita dell’economia. È innegabile l’apporto che i commercialisti offrono ai processi di internazionalizzazione delle pmi italiane, coprendo spesso un ruolo di veri e propri coadiuvanti dell’imprenditore. Essi, infatti, sono tra i primi soggetti che l’azienda coinvolge nel momento di affrontare i mercati esteri”.
L’internazionalizzazione, infatti, rappresenta oggi per le pmi una scelta necessaria per mantenere alta la competitività a livello globale, ma che è spesso un passo difficile da compiere sia per la mancanza di specifiche competenze manageriali, sia per la difficoltà di intercettare le risorse finanziarie necessarie per sostenere una scelta del genere.

“Ci siamo spesi per incrementare gli spazi a favore delle imprese italiane nei mercati stranieri – ha affermato il senatore Francesco Giacobbe, componente della X commissione Industria, Commercio e Turismo (eletto nella circoscrizione Asia-Africa-Oceania-Antartide) – utilizzando il grande network degli italiani che vivono all’estero, lavorano nei centri decisionali e sono ambasciatori naturali del made in Italy nel mondo. Ma spesso, per mancanza di conoscenze e di risorse, molte pmi sono impossibilitate ad intraprendere un processo di internazionalizzazione. Ma ciò può avvenire coinvolgendo i commercialisti che sono in grado di individuare le imprese ed accompagnarle nei Paesi stranieri”.

Anche il senatore Claudio Micheloni, presidente del Comitato per le Questioni degli italiani all’estero (eletto nella circoscrizione Europa) ha sottolineato l’importanza di fare sistema coinvolgendo le nuove generazioni degli italiani all’estero e aggiungendo che “quella dei commercialisti è un’iniziativa concreta che contribuirà senz’altro a valorizzare le comunità italiane all’estero”.

Ma qual è il punto di vista delle imprese sulla Diplomazia economica italiana? Una recente indagine Doxa, svolta per il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, ha messo in luce la soddisfazione delle pmi che hanno usufruito del supporto del Ministero nel percorso d’internazionalizzazione, ma evidentemente si può fare di più per raggiungere un bacino di utenti più ampio. Il sondaggio, infatti, ha interessato un campione di 2.028 imprese di cui 1.107 internazionalizzate e 921 che ancora non hanno affrontato i mercati esteri.

“Dall’indagine – ha affermato Veronica Ferrucci, vice capo dell’ufficio per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Affari esteri – emerge che una parte delle pmi è soddisfatta, ma c’è un bacino di utenza ancora limitato a cui far capire come la rete diplomatica consolare possa aiutare le imprese ad andare all’estero anche con l’aiuto dei commercialisti che possono svolgere un ruolo fondamentale sia di consulenza, sia per l’attrazione di investimenti in Italia”.

Anche il presidente dell’ICE Riccardo Maria Monti, al pari dei senatori Giacobbe e Micheloni, ha sostenuto l’importanza delle comunità all’estero per la promozione del made in Italy. “Da questo punto di vista – ha spiegato Monti – è fondamentale un’interazione con il sistema delle imprese mediata dai professionisti. Il commercialista, inoltre, è utile anche per la formazione dei giovani attraverso il supporto di società professionali spesso gestite proprio da commercialisti”.

Per Andrea Novelli, amministratore delegato di Simest, è importante consolidare la collaborazione con il Consiglio nazionale dei commercialisti, già avviata con un recente protocollo d’intesa. “Gestiamo una sorta di cassetta degli attrezzi per le pmi – ha poi sottolineato riferendosi a Simest – a partire dal finanziamento agevolato fino alla possibilità di partecipare all’impresa che viene costituita all’estero”. Già oggi il 40% dei finanziamenti agevolati erogati alle imprese da Simest è il frutto di consulenze sulle intermediazioni compiute da commercialisti.
Per Gaetano Fausto Esposito, segretario generale di Assocamerestero, “il Road Show è una pratica meritoria del governo italiano a cui si aggiunge ora una parte che mancava: l’attività dei commercialisti”.

Il Road Show del Consiglio nazionale, infatti, desidera condividere gli obiettivi del Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy e supportare il progetto del Ministero dello Sviluppo Economico, sottolineando che un’azione coordinata e condivisa tra soggetti pubblici e privati è indispensabile e necessaria per rafforzare l’economia italiana.

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