“Il netto chiarimento arrivato da fonti del Mef sulla definitiva cancellazione del saldo e dell’acconto Irap dovuti a giugno è quanto avevamo chiesto ed è molto positivo. Ora il nostro auspicio è che la scelta dell’esecutivo emerga con uguale chiarezza anche dalla lettera della norma perché, al di là delle ottime intenzioni e di quello che può essere scritto in una relazione tecnica che nessuno ha ancora visto, i dubbi che generava il testo delle bozze ufficiali del Decreto Rilancio erano e sono, in punta di diritto, tutt’altro che privi di fondamento”.
Lo quanto scrive in una nota il Consiglio nazionale dei commercialisti dopo che le agenzie hanno battuto una nota attribuita a fonti di via XX Settembre nella quale si afferma che “è priva di fondamento la tesi secondo la quale il saldo e l’acconto Irap dovuti a giugno sarebbero solo rimandati al 2021. Sono definitivamente cancellati per tutti i soggetti con fatturato fino a 250 milioni di euro (ad eccezione di banche, assicurazioni ed amministrazioni pubbliche), come tra l’altro emerge chiaramente dalla relativa relazione tecnica”.
Il chiarimento dell’Economia arriva dopo che la questione era stata sollevata in giornata dal presidente dei commercialisti, Massimo Miani. “Il testo delle bozze del decreto Rilancio entrate in Consiglio dei Ministri che circola in queste ore e sul quale siamo purtroppo costretti a ragionare in assenza di testi ufficiali – aveva affermato il numero uno della categoria – non consente di considerare l’abbuono del primo acconto IRAP 2020 come uno sconto pari al 40% dell’imposta dovuta per questo anno, ma solo come un differimento finanziario al versamento del saldo a giugno 2021 di quanto risulterà dovuto per IRAP 2020 a consuntivo”. “Le aspettative create – aveva concluso Miani – sono quelle di uno sconto vero, non solo di un rinvio. Serve testo normativo all’altezza delle aspettative create”.
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