Non disperdere il lavoro fatto sulla riforma fiscale nella scorsa legislatura, quando si giunse ad un passo dalla sua approvazione, ma accelerare, soprattutto ora che ci sono un governo con una chiara maggioranza politica e un viceministro dell’Economia come Maurizio Leo che ha piena consapevolezza tecnica delle norme tributarie. Nel suo intervento a Skytg24 Economia di ieri, il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, non ha nascosto il suo ottimismo sulle possibilità che quella da poco partita possa essere la legislatura nella quale il sistema fiscale del nostro Paese trovi finalmente un nuovo assetto. “Sono molto fiducioso”, ha affermato, “nel 2023 dovremo confrontarci per una riforma organica”.

Secondo il numero uno della categoria, nel dibattito sulla riforma ci si concentra eccessivamente su applicazione delle aliquote fiscali, numero degli scaglioni, flat tax, “ma il problema è su quali redditi si applicano queste aliquote. Oggi abbiamo un problema di equità orizzontale in materia Irpef. Il problema non è che chi ha redditi più alti deve pagare di più e chi ha redditi più bassi deve pagare di meno, ma che chi ha lo stesso reddito deve pagare le stesse imposte. Attualmente non è così”.

De Nuccio ha poi sottolineato come il sistema tributario sia condizionato da “un ginepraio di micro tributi che lo complicano, favorendo comportamenti opportunistici, elusivi e evasivi”.

In tema di flat tax ha spiegato che “bisogna evitare generalizzazioni, non favorisce i ricchi”. Magari “se non ben inserita in un sistema di riforma organica può avere effetti divergenti, come quello registratosi per i forfettari, con una disincentivazione delle aggregazioni in un momento storico nel quale ce n’è invece bisogno”. Da qui la proposta di “estendere il modello della flat tax anche agli studi professionali”.

Altro tema caldo è quello dell’evasione fiscale. Un fronte sul quale “si può recuperare solo se c’è una semplificazione del sistema tributario. La complicazione vanifica i risultati delle varie misure introdotte nel corso degli anni. La repressione dell’evasione può esserci solo con un fisco chiaro. Diversamente avremo solo principi, enunciazioni, speranze e aspettative che però non portano risultati”.

De Nuccio ha poi voluto sottolineare il contributo fornito dai commercialisti in materia di digitalizzazione. “La transizione digitale del fisco in questo Paese è avvenuta grazie al lavoro dei commercialisti, i quali si sono fatti carico integralmente dei costi che essa ha comportato. I commercialisti ci sono, sono al fianco del Governo e delle istituzioni, ma è giusto che vengano riconosciuti anche a loro bonus – come quelli riservati a tante categorie imprenditoriali – che sostengano le spese di informatizzazione e di trasformazione digitale per i professionisti”.

 

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