Mancano 50 giorni prima che la fatturazione elettronica tra privati diventi obbligatoria, addirittura sono poco più di 30 quelli lavorativi, e il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili continua ad esprimere le proprie perplessità sulla mancata introduzione della gradualità dell’obbligo.

“I commercialisti hanno chiesto fin dall’inizio gradualità dell’obbligo perché conoscono la situazione reale del Paese – ha affermato Maurizio Grosso, consigliere del CNDCEC delegato a Innovazione e organizzazione degli studi professionali, durante l’intervento di apertura del Video-forum de Il Sole 24 Ore sulla fatturazione elettronica -. Ma anche basandosi sul fatto che nessuno Stato ha mai introdotto tale obbligo con un unico giorno di entrata in vigore. Tutte le esperienze a livello mondiale dimostrano che è sempre stato elaborato un piano di introduzione graduale”.

Il Consiglio nazionale dei commercialisti, preoccupato per la buona riuscita dell’operazione, sottolinea anche in occasione del Video-forum de Il Sole 24 Ore, come era già avvenuto durante l’audizione del 13 settembre, la richiesta di gradualizzare l’obbligo. “Siamo aperti alla discussione – ha detto Grosso – perché non vorremmo trovarci nella stessa situazione dello scorso luglio, quando avevamo sostenuto che i distributori non erano pronti e, dietro minaccia di uno sciopero, è arrivata la proroga. Proroga che a noi non piace. Chiediamo invece un’introduzione graduale che consenta a tutti di adempiere”.

Grosso è poi intervenuto sulle misure contenute nel decreto fiscale ‘Disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria’, in corso di conversione. “Pensiamo che il decreto sia ottimo perché ha disinnescato alcune problematiche. Certamente le aziende devono ambire ad emettere il documento xml in tempo reale perché pensare di effettuare un’operazione e successivamente digitalizzare il documento sarebbe un doppio passaggio. Nonostante gli aspetti positivi di questo decreto, per il quale abbiamo chiesto di prorogare di un anno il regime con sanzioni attenuate, riteniamo che la gradualità nell’introduzione di questo obbligo sia comunque ancora oggi da sostenere”.

Il consigliere dei commercialisti ha sottolineato come il Consiglio nazionale abbia sempre dato piena disponibilità all’Agenzia delle Entrate, che dal canto suo sta ascoltando le richieste dei commercialisti “sia sulla conservazione sostituiva obbligatoria, sia sulle tempistiche di emissione e trasmissione che sull’indirizzamento. Si tratta di una proficua collaborazione di cui vogliamo dare atto. Allo stesso tempo, però, la norma oggi è quella, ma va modificata per consentire di diffondere questa nuova cultura. Chi riceve il documento inizia a prendere confidenza, studiarlo ed ha più tempo per attrezzarsi”.

Un’ultima nota su cui, secondo il consigliere Grosso, va fatta una valutazione riguarda la privacy perché “noi trasmetteremo all’Agenzia delle Entrate non solo i dati fiscali, ma tutto il corpo della fattura. Quindi ci saranno dati molto importanti dal punto di vista sia aziendale, perché contengono i valori delle imprese, sia del cittadino perché verranno trasmessi anche dati particolari di tipo sanitario. È necessario fare una riflessione su come conservare la privacy per questo tipo di dati, utilizzando solo quelli fiscali”.

Dopo l’intervento di apertura, Grosso è intervenuto anche nel successivo confronto tra Agenzia delle Entrate e professionisti, durante il quale ha spiegato l’attività di divulgazione del Consiglio nazionale dei commercialisti a favore degli iscritti all’Albo: documenti, convegni e un portale per la fatturazione. “Ma il problema è soprattutto culturale – ha detto Grosso – perché in Italia il 95% delle imprese ha meno di dieci addetti, con una media di tre. Così molti discorsi sui grandi vantaggi della informatizzazione del ciclo attivo e passivo svaniscono perché se la inseriamo in un’impresa con due addetti il vantaggio diventa minore”.

“Il Consiglio nazionale ha pubblicato un documento su come deve essere organizzato uno studio digitale, che è stato divulgato agli Ordini locali – ha spiegato il consigliere del CNDCEC -. Poi abbiamo centinaia di eventi sul territorio per sensibilizzare gli iscritti direttamente, ma soprattutto come network perché i commercialisti seguono la maggior parte delle piccole e medie imprese per aiutarle a far partire questo processo. Sappiamo che è un vestito su misura, quindi per ogni situazione – tenendo conto della copertura internet, della tipologia di attività o della predisposizione del singolo soggetto ad utilizzare lo strumento informatico – deve essere calibrato un servizio individuale. Questo comporta un assorbimento di tempo notevole perché alcune volte bisogna implementare gli strumenti informatici e personalizzarli”.

“Sui territori percepiamo che le aziende e le software house lavorano a ritmi serrati – ha concluso Grosso -, ma stanno anche accumulando ritardi per cui i tempi previsti per la consegna degli applicativi si stanno allungando. Il Consiglio nazionale ha anche lanciato un bando per una piattaforma dedicata agli iscritti, con la possibilità per il singolo commercialista di avere la situazione dei propri clienti. Il portale avrà anche l’obiettivo di calmierare i prezzi. A livello di costi, infatti, vi è stato un grande passo avanti rispetto a sei mesi fa, quando erano decisamente più alti”.

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