Nelle scorse settimane, il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ha avviato un accordo con la Confédération Fiscale Européenne (Tax Advisers Europe) per dare avvio a due importanti iniziative a favore degli iscritti all’Albo: un corso online in materia di fiscalità internazionale e la possibilità di iscriversi al Registro europeo degli esperti in fiscalità. Ne abbiamo parlato con il consigliere nazionale dei commercialisti delegato all’Attività internazionale, Alessandro Solidoro, che si è soffermato anche sulle recenti nomine alla Commissione e al Parlamento europei. 

Qual è il rapporto tra il Consiglio nazionale dei commercialisti e la Confédération Fiscale Européenne?

La Confederazione, che opera a Bruxelles dal 1959, è un centro di eccellenza e di expertise in materia di fiscalità comunitaria e internazionale, a supporto delle Istituzioni internazionali ed europee. Il Consiglio nazionale ha aderito a questa Confederazione nel 2015 con l’obiettivo di rafforzare le competenze dei commercialisti sui temi della fiscalità internazionale e favorire su questi un raccordo tra il legislatore europeo e quello italiano.

La prima iniziativa del protocollo prevede un corso online. Come è strutturato?

Il corso online in materia di fiscalità internazionale è caratterizzato da quattro moduli di 15 ore ciascuno sulla piattaforma e-learning Concerto del CNDCEC, con relatori designati dalla CFE. I corsi, che saranno fruibili sia in Italia sia all’estero, si svolgeranno entro il 2019 in lingua inglese con supporto di traduzione. Il primo sarà un modulo introduttivo con mappatura delle principali tematiche della fiscalità internazionale. Nei moduli successivi si passerà ad un esame approfondito dei temi di maggior rilievo e attualità dal Transfer pricing alla tassazione dell’economia digitale, dalle misure per combattere l’evasione (anti tax avoidance directive) ai meccanismi di risoluzione delle liti in ambito fiscale e relativo modello OCSE.

La seconda iniziativa, invece, contempla la possibilità per gli iscritti all’Albo di iscriversi al Registro europeo degli esperti in fiscalità. Di cosa si tratta?

I commercialisti italiani in possesso di particolari competenze linguistiche ed esperienze in ambito di fiscalità internazionale avranno la possibilità di iscriversi al Registro europeo degli esperti in fiscalità, creato e curato da molti anni dalla CFE, al quale aderiscono professionisti “esperti” di oltre 22 Paesi europei, iscritti ai più importanti istituti che rappresentano la professione economico-legale. Il CNDCEC sosterrà il costo per i primi 35.000 commercialisti che ne faranno richiesta per la durata di tre anni da computare a partire dal prossimo 1° agosto.

Cosa prevede l’iscrizione?

La registrazione prevede l’indicazione delle competenze linguistiche e delle aree di attività ed expertise in ambito fiscale, con la possibilità di caricare documenti a supporto di quanto maturato durante il percorso formativo e professionale. Agli iscritti italiani è richiesta un’attestazione dei dati che verrà condivisa con il CNDCEC e nella quale si precisa, tra l’altro, che in caso di cancellazione dall’Albo cesserà anche l’iscrizione al Registro europeo con l’impegno a comunicare ogni variazione ed eventuali misure disciplinari. Al termine del triennio, i commercialisti interessati a proseguire la loro partecipazione potranno farlo versando una quota annuale fissata attualmente per gli iscritti di altri Paesi in 100 euro l’anno, con la possibilità di accedere ad un pacchetto di documenti di analisi e supporti formativi.

Nei giorni scorsi si sono insediati i nuovi presidenti della Commissione e del Parlamento europei che, nei loro interventi, hanno più volte ribadito il concetto di unità a livello dell’Unione. Secondo lei, questo concetto come verrà declinato nei temi economici e fiscali che interessano la Professione?

Occorre in primo luogo capire quanto peserà la componente nazionale nell’ambito del Parlamento europeo e quale sarà il portafoglio del Commissario europeo di designazione italiana. Immagino una Commissione attenta ai grandi temi: la rendicontazione non finanziaria, lo sviluppo sostenibile, l’economia digitale, la prevenzione dei conflitti di interesse nella consulenza e nella revisione. Un obiettivo concreto a cui occorre tendere è quello di elaborare politiche coerenti con la circostanza che le piccole e medie imprese, così come i piccoli e medi professionisti, rappresentano la stragrande maggioranza delle realtà imprenditoriali e professionali. Occorre un’alleanza tra “piccoli” per avere attenzione sul principio di proporzionalità degli adempimenti. Ciò che ha senso per le grandi realtà può avere effetti “soffocanti” su quelle piccole e questo vuol dire distruggere e non creare ricchezza per l’Europa. Un secondo auspicio è il rafforzamento degli incentivi alla crescita dimensionale e organizzativa degli operatori perché, al di là dell’attenzione del legislatore europeo, la prima forma di tutela per i professionisti è il proprio rafforzamento organizzativo.

 

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