Un incontro in tempi brevi con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte per lavorare ad un’ipotesi comune di riforma dell’ordinamento giudiziario tributario e scongiurare l’ipotesi dell’eliminazione del secondo grado di giudizio.

Lo hanno chiesto nei giorni scorsi, attraverso una missiva indirizzata direttamente al premier Conte, le 14 sigle che partecipano al tavolo tecnico congiunto organizzato dall’Associazione magistrati tributari (Amt), rappresentanti le professioni maggiormente coinvolte nell’applicazione della giustizia tributaria, proprio per lavorare su una proposta di riforma.

A firmare la lettera sono stati anche il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e due sigle sindacali della categoria (Adc e Anc) insieme alla stessa Amt, Consiglio nazionale forense, Organismo di vigilanza e tenuta dell’Albo unico dei consulenti finanziari, Anti e Uncat, le accademie e gli osservatori (Aipdt, I/d, Igs, Ogt, Oida, Ssdt).

La riforma della giustizia tributaria, infatti, è una necessità emersa da più parti, ma preoccupa l’intenzione espressa dal presidente del Consiglio in diverse occasioni, tra cui la conferenza stampa di fine anno, di ridurre il processo tributario a due soli gradi di giudizio, ipotizzando la soppressione dell’appello dinanzi alle Commissioni tributarie regionali.

Preoccupati dai riflessi che tale possibilità leda il diritto dei contribuenti di rivolgersi ad un giudice per difendere i propri diritti, i rappresentanti del mondo istituzionale, giudiziario, accademico, professionale ed associativo interessato alla giustizia tributaria, dopo singoli interventi contro la proposta del premier, hanno deciso di scrivere una lettera per chiedere di discutere ed elaborare, insieme ai tecnici ministeriali, una riforma condivisa e più idonea per l’istituzione di un servizio giudiziario funzionale al superiore interesse della giustizia e rispettoso dei diritti dei cittadini.

Nella missiva, inoltre, si sottolinea la volontà di aprire un confronto anche sull’istituzione della quarta magistratura professionale e sul suo svincolo dal Ministero dell’Economia e delle Finanze quale parte sostanziale del processo per confluire, al pari di altre Magistrature speciali, sotto l’amministrazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri in un clima di fattiva collaborazione con le Istituzioni, mettendo a disposizione le proprie competenze professionali per giungere ad una soluzione condivisa. Il processo tributario, sottolineano le sigle, andrebbe invece rafforzato quale strumento rapido ed efficace di risoluzione dei conflitti, mentre l’eliminazione di un grado di giudizio, diminuendo il livello di garanzia delle parti coinvolte nel processo, appare contrario all’articolo 111 della Costituzione, arrivando a ledere il diritto inviolabile e universale alla difesa.

 

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