L’Europa offre tante opportunità agli Ordini professionali a cominciare dai dottori commercialisti e dagli esperti contabili, che possono ricoprire un ruolo peculiare nella nuova strategia dell’UE. Ma per farlo è necessaria una forte politica italiana in Europa per rafforzare l’attività dei professionisti.

Se ne è parlato nei giorni scorsi a Bologna durante il convegno “I dottori commercialisti e gli esperti contabili a Bruxelles, conoscere l’Europa per essere in Europa”, organizzato dall’Ordine dei commercialisti di Bologna e dal Coder (Coordinamento degli ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili dell’Emilia Romagna), presieduti da Alessandro Bonazzi, con il patrocinio del Consiglio nazionale della categoria.

In qualità di relatori, hanno tra gli altri partecipato al convegno i consiglieri nazionali del CNDCEC Alessandro Solidoro, delegato all’Attività internazionale, che è intervenuto sulla professione italiana negli organismi internazionali, e Gilberto Gelosa, co-delegato alla Fiscalità, che ha affrontato il tema del futuro della professione nello scenario italiano e nella fiscalità internazionale.

La necessità di una politica comunitaria che guardi anche al fisco è stata sottolineata dal consigliere nazionale dei commercialisti Gilberto Gelosa. “Nell’economia e nella fiscalità internazionali – ha spiegato Gelosa – è necessario avanzare compatti, condividendo delle basi comuni fiscali. Andrebbe in questo senso, per esempio, la volontà di avere una base imponibile comunitaria, un’imposta sul valore aggiunta comunitaria, una web tax comunitaria. Ovviamente ogni Paese dovrebbe rinunciare a qualcosa per arrivare ad una sintesi comune”.

All’incontro ha partecipato anche Pierpaolo Valente, presidente CFE (Tax Advisers Europe), che ha affrontato il tema della tutela dei terzi che compete agli Ordini professionali. “I commercialisti, in virtù della loro formazione, deontologia, disciplina e assicurazione possono essere all’altezza degli scenari economici che cambiano continuamente e si evolvono. Quindi anche l’Ordine dei commercialisti deve tracciare le traiettorie professionali e di preparazione per i nostri colleghi. In questo contesto, è assolutamente obbligatorio seguire i fenomeni dell’economia e poterli accompagnare con le nostre competenze, frutto della formazione e della qualità che caratterizzano gli iscritti ad un Ordine professionale”.

 

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