Si è svolto il 13 giugno a Paola il convegno “Le misure di prevenzione patrimoniali ablative e non ablative: il ruolo della polizia giudiziaria e dei commercialisti”, organizzato dall’Ordine dei commercialisti e dalla Compagnia dei Carabinieri di Paola con il patrocinio del Consiglio nazionale della categoria e della Fondazione Nazionale Formazione.
L’evento è stato dedicato ad una tematica di significativa attualità e di grande impatto per la categoria dei commercialisti chiamati, a vario titolo, a supportare le Istituzioni nei diversi istituti previsti nell’ordinamento giuridico e posti a presidio di legalità per bonificare le aziende infiltrate oppure per aggredire i patrimoni illecitamente accumulati dalle consorterie criminali.
Il convegno si è aperto con gli indirizzi di saluto di Fernando Caldiero, presidente dell’Ordine dei commercialisti di Paola; Giovanna Greco, consigliere segretario del Consiglio nazionale dei commercialisti delegato alle Funzioni giudiziarie; Marco Pedullà, comandante della Compagnia dei Paola dell’Arma dei Carabinieri.
Sono seguiti gli interventi di Giovanni Puccio, dottore commercialista, amministratore giudiziario e consulente del PM, su “Il commercialista quale presidio di legalità”; Luca D’Amore, avvocato, amministratore giudiziario e ricercatore FNC, su “Le misure di prevenzione amministrative e giurisdizionali: gli attori coinvolti e lo stato dell’arte”; Paolo Lupi, dottore commercialista, amministratore giudiziario e consulente del PM, su “Il ruolo dei Commercialisti nell’aggressione ai patrimoni illeciti – Le indagini patrimoniali”; Mario Chiodi, dottore commercialista e presidente commissione CNDCEC Legalizzazione aziende, su “Il D.lgs. n. 231/2001 quale strumento di supporto alle indagini e alla legalizzazione delle aziende”.
“Il legislatore del codice antimafia ha affidato a noi commercialisti un ruolo chiave – ha affermato Giovanna Greco, consigliere segretario del Consiglio nazionale dei commercialisti –, caratterizzato da una pluralità di funzioni connotate tutte da un comune denominatore: il commercialista quale garante della legalità che opera, sovente anche quale pubblico ufficiale allorché chiamato ad espletare la funzione di amministratore giudiziario, per favorire la rimozione dei condizionamenti del mercato, in particolare di quelli illegali, e promuovere un ambiente idoneo per tutti gli attori istituzionali ed economici”.
“Accanto alle figure tradizionali previste dal codice antimafia come l’amministratore giudiziario e il coadiutore dell’ANBSC – ha spiegato Greco –, oggi la legislazione pone il commercialista al centro del sistema antimafia anche in molti ruoli chiave, intervenendo nel procedimento a supporto degli altri stakeholder dalla magistratura alla polizia giudiziaria passando per la pubblica amministrazione. Questo “proteiforme” ruolo del commercialista è originato da una iperproduzione legislativa, a tratti connotata da regole di difforme interpretazione. Con il dichiarato intento di “migliorare” il corpus del decreto legislativo n. 159/2011 e la legislazione penale ad esso collegata, si è assistito a ben 34 interventi emendativi del Codice antimafia che hanno consentito di ottimizzare la legislazione di riferimento, ma hanno anche introdotto norme discutibili (si pensi al limite dei tre incarichi aziendali), precetti decontestualizzati (la disciplina in materia di tutela dei terzi) e regole asistematiche (paradigmatico al riguardo il testo dell’art. 373 del codice della crisi di impresa e dell’insolvenza sui rapporti tra liquidazione giudiziale e sequestri penali). Questo scenario ha quindi imposto l’intervento deciso del Consiglio nazionale dei commercialisti e, in particolare, dell’area di delega in materia di amministrazione giudiziaria per assicurare il necessario ausilio al professionista, quotidianamente chiamato a garantire l’attuazione del binomio ruolo proteiforme – garante della legalità”.
Alcuni interventi del Consiglio nazionale a supporto della professione riguardano: le proposte emendative presentate in materia di legislazione antimafia; i rapporti di collaborazione istituzionale avviati (menzioniamo tra tutti il protocollo di intesa siglato con l’Agenzia Nazionale dei beni sequestrati e confiscati); l’Osservatorio Nazionale in materia di misure ablative e non ablative (unico nel suo genere e composto da illustri esperti della materia appartenenti al mondo della magistratura, dell’accademia e delle professioni); i gruppi di lavoro su specifiche tematiche di interesse della professione in materia; la formazione dei colleghi (in particolare il corso inserito all’interno del progetto “Renovatio” volto a formare nuovi amministratori giudiziari ma anche i funzionari dell’ANBSC); i documenti tecnici a supporto della professione (linee guida e documenti di ricerca) in corso di redazione.
“La nostra categoria è pronta a raccogliere le sfide del Codice antimafia – ha concluso il consigliere Greco –. Siamo a disposizione della collettività per supportare in primis le forze dell’ordine e la magistratura nel tortuoso percorso che va dal sequestro alla confisca dei beni. Siamo pronti a formare giovani leve, nuovi “garanti della legalità” da far scendere in campo nel contrasto al crimine organizzato e a confrontarci con le altre professioni per condividere buone prassi, accettando suggerimenti e mettendoci in discussione ogni momento, nella consapevolezza che non esiste la “ricetta perfetta” e che ogni bene sequestrato e poi confiscato è una storia a sé. Infine, siamo consapevoli che la lotta alla criminalità organizzata, anche di tipo economico, si effettua efficacemente colpendo i sodalizi criminali nei loro “averi” con i sequestri e le confische giacché gli arresti e le condanne, seppur fondamentali, sovente accrescono il “curriculum criminale” non creando però danni significativi ai sistemi criminali delle mafie”.
Alcuni ruoli chiave del Commercialista nel Codice antimafia
• Amministratore giudiziario nelle misure ablative ovvero nei sequestri e nelle confische disposte nell’ambito di procedimenti di prevenzione ed in quelli penali;
• Amministratore giudiziario nelle misure NON ablative (amministrazione giudiziaria dei beni personali ex art. 33, amministrazione giudiziaria dei beni aziendali ex art. 34 e controllo giudiziario ex art. 34-bis;
• Coadiutore dell’ANBSC;
• Autore di piani industriali ex art. 41;
• Consulente fiscale per l’amministrazione giudiziaria;
• Revisore dei bilanci e/o perito;
• Amministratore o componente del Consiglio di amministrazione o del Consiglio di sorveglianza di una società in sequestro/confisca;
• Componente dell’Organismo di Vigilanza su nomina dell’Amministratore Giudiziario di una società in sequestro/confisca;
• Componente dell’organo di controllo di una società in sequestro/confisca;
• Attestatore ai sensi dell’art. 41, comma 1) lett. c);
• Valutatore di azienda ai sensi dell’art. 41, comma 1-bis;
• Perito stimatore dei beni su incarico del Tribunale nel caso di contestazione valore ex art. 36, comma 4;
• Perito stimatore delle aziende su incarico del Tribunale nel caso di contestazione ex art. 41, comma 1, lett. d);
• Consulente della polizia giudiziaria in materia di indagini patrimoniali;
• Consulente del Pubblico Ministero nell’ambito delle Misure di Prevenzione;
• Perito del Tribunale e della Corte di Appello nell’ambito delle Misure di prevenzione (ricostruzioni patrimoniali e verifica compatibilità).

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