Due sessioni plenarie, 11 workshop, interventi dal mondo delle istituzioni, delle università, della politica. Il Congresso nazionale dei commercialisti di Milano si annuncia denso di idee e discussioni; il tutto dentro la cornice della semplificazione, obiettivo cui tendono le tante proposte che la categoria formulerà nel corso dell’assise.
Presidente Longobardi, questo è il primo congresso della sua presidenza. In cosa si differenzia da quelli che lo hanno preceduto?
Direi che i termini che meglio ne illustrano il senso sono concretezza e collegialità. Concretezza, perché sono convinto che alla nostra categoria spetti il compito di avanzare proposte concrete e praticabili nell’ambito professionale ed economico nel quale operiamo, in grado di offrire un contributo efficace al dibattito su modernizzazione e razionalizzazione del Paese, evitando però inutili e improduttivi voli pindarici. Collegialità, perché questo congresso è stato concepito con il contributo fattivo di tutti i consiglieri nazionali, che hanno lavorato alla sua ideazione, alla scelta dei temi, al modo in cui ognuno ha deciso di declinarli nel workshop del quale è protagonista. Ma a concretezza e collegialità aggiungerei anche il concetto di unità. Unità della categoria, a cui personalmente tengo tantissimo.
Questo è anche il primo congresso che giunge proprio dopo anni di divisioni per i commercialisti italiani. Qual è ora la situazione interna alla Professione?
Verranno nuove campagne elettorali, ci saranno nuovi motivi di confronto come è normale che avvenga in ogni organizzazione democratica. Ma il mio auspicio è che le asprezze del nostro recente passato siano definitivamente alle spalle. Io dico sempre che dopo ogni nostro dibattito interno, anche il più acceso, abbiamo tutti il dovere morale di presentarci compatti all’esterno. La professione ha bisogno di unità affinché la sua voce sia sempre più ascoltata e riconosciuta dai nostri interlocutori. Dopo mesi di assemblee in giro per l’Italia, dopo aver visitato decine di Ordini territoriali posso dire che il clima è cambiato e che la nostra Professione, pur tra le mille difficoltà congiunturali ed i tanti problemi che ci trasciniamo da tempo, sta ritrovando la sua giusta collocazione al centro del sistema economico.
Uno dei momenti più importanti dell’assise sarà, come è ovvio che sia, quello dedicato al confronto sui temi fiscali. Questo è stato un anno importante per il nostro fisco, tra la delega e l’annuncio dell’esecutivo di riduzione del carico fiscale nel prossimo triennio. Qual è il suo giudizio su questa fase?
Sottolineo innanzitutto come in tutto questo periodo di rinnovamento normativo il Consiglio nazionale sia stato come non mai sul pezzo. Tra audizioni parlamentari, tavoli tecnici ministeriali, incontri riservati, documenti, analisi, il nostro punto di vista è emerso sempre con chiarezza, anche grazie alla ritrovata capacità di tessere rapporti con le Istituzioni del Paese. Fino al punto che a inizio settembre, per la prima volta nella storia della nostra categoria, siamo stati chiamati al tavolo per contribuire alla definizione della legge di stabilità. Un risultato importantissimo, la certificazione della ritrovata autorevolezza dei commercialisti italiani. Sulla delega fiscale il nostro giudizio è stato complessivamente positivo. Non possiamo non riconoscere che, sebbene non si sia trattato di una riforma organica del sistema tributario italiano, uno sforzo per renderlo più chiaro e stabile sia stato comunque compiuto. Io mi auguro che tutto ciò si tramuti davvero in un rapporto diverso tra cittadini ed imprese da un parte ed erario dall’altro. E’ questa la vera sfida, che viene prima delle norme: rispetto reciproco tra professionisti, cittadini e fisco. Temo che su questo fronte ci sia ancora molto da lavorare.
E sul progetto triennale del Governo di riduzione del carico fiscale qual è l’opinione della categoria?
Si tratta di una sfida importante, che va sostenuta, non perdendo di vista la realtà dei vincoli di bilancio e del contesto economico sovranazionale. Realismo dettato dai numeri e voglia di generare uno “shock” salutare devono convivere. La mia speranza è che questa sia una buona occasione – la volta buona, direi – per mostrare un concreto interesse per professionisti ed autonomi, sempre trascurati dalla politica nonostante producano ormai il 15% del Pil italiano. Un incentivo ad un settore così strategico della nostra economia sarebbe a questo punto uno dei possibili strumenti per un ripartenza più solida del Paese. E, aggiungo, in un’ottica più specificatamente legata all’attività dei commercialisti: a noi servono semplicità e stabilità ; un quadro di certezze e di affidabilità, maggiore rispetto per il nostro lavoro, maggior rispetto dello Statuto del contribuente, che nei palazzi delle istituzioni continua ad essere una sorta di oggetto misterioso.
Il vostro congresso è intitolato “Semplificare per crescere”, ma di semplificazioni parlano tutti da anni senza che risultati troppo tangibili vengano raggiunti. In cosa sarà diversa e innovativa la vostra richiesta di semplificazione?
Innanzitutto diremo chiaramente che per noi semplificazione può – meglio – deve far rima con stabilità. Torno sui concetti prima espressi: l’Italia farebbe un enorme salto di qualità se le sue norme in ambito fiscale fossero certe. La stabilità è di fatto la conditio sine qua non per la semplificazione. Poi saremo significativamente concreti: da ogni workshop arriveranno proposte dettagliate – nero su bianco – di razionalizzazione, che poi gireremo alla politica. Proposte concepite dai commercialisti, ossia da professionisti con competenze avanzate e specialistiche nelle materie che proponiamo di semplificare. Qualcosa di molto distante dal chiacchiericcio spesso inconcludente della politica. Fisco, beni sequestrati alle mafie, nuovo codice concessioni ed appalti, enti pubblici, internazionalizzazione, terzo settore, diritto e crisi d’impresa, lavoro: quale altra professione può avanzare proposte credibili in ambiti così diversi e determinanti per il futuro del nostro sistema economico?

Responsabile Ufficio stampa del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili
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