Un sì deciso all’ipotesi di modifica del 139, il decreto legislativo del 2005 istitutivo dell’Albo unico dei commercialisti. Incalzato dalle domande del presidente dell’Unione giovani, Matteo De Lise e da quello della Fondazione centro studi dell’Ungdcec, Francesco Puccio, al convegno dell’associazione svoltosi a Roma, il presidente del Consiglio nazionale, Elbano de Nuccio, si è detto favorevole all’introduzione di novità all’ordinamento professionale della categoria. Specificando, però, che un nuovo sistema elettorale non è l’unico elemento sul quale riflettere. Prioritario, per de Nuccio, è mettere mano all’articolo 1 del 139, superando alcune incompatibilità ormai anacronistiche, definendo con maggiore precisione l’ambito operativo dei commercialisti e perimetrando al meglio le attività che, dal 2005 ad oggi, hanno modificato gli ambiti di intervento della professione. “Basti pensare, ad esempio”, ha spiegato, “a reportistica integrata e a cyber security”. Con una postilla metodologica. “Da quando è nato l’Albo unico”, ha detto, “la professione è cambiata profondamente e con essa il contesto in cui opera. Per modificare il 139 serve un lavoro serio e approfondito di analisi del testo che andrà fatto all’interno del Consiglio nazionale”. Solo successivamente la bozza elaborata a piazza della Repubblica diverrà oggetto di confronto interno alla categoria. De Nuccio vuole in sostanza evitare quanto accaduto negli scorsi anni, quando un prolungato confronto tra i quadri dirigenti territoriali non portò a risultati.

IL DIALOGO CON LA POLITICA

Tracciando un bilancio dei suoi primi mesi alla guida dei commercialisti, de Nuccio si è detto ottimista sul dialogo avviato con politica e istituzioni. “Il dialogo con la politica può essere fruttuoso, dipende solo da come lo si fa”, ha affermato, ricordando come molto positivo sia ad esempio il confronto aperto al tavolo tecnico con Ministero delle Finanze e Agenzia delle Entrate. Un tavolo al quale il Consiglio nazionale ha posto con forza il tema di un nuovo calendario fiscale. Proprio su quest’ultimo aspetto, de Nuccio ha aggiunto che “non basta però una riorganizzazione delle scadenze. Se non si riduce contestualmente il numero degli adempimenti, un calendario ripensato potrebbe non essere sufficiente”. Di qui la proposta dell’eliminazione dei tributi minori e quella di una “tregua fiscale” nei mesi estivi, che lasci ai professionisti il tempo per conciliare con maggiore facilità lavoro e vita privata. Tutti temi che il Consiglio nazionale porrà quanto prima anche all’esecutivo che sta per nascere.

ALLARME COLLEGIO SINDACALE NELLE PICCOLE IMPRESE

De Nuccio ha infine lanciato un forte allarme sui rischi cui vanno incontro i professionisti nello svolgimento della funzione di collegio sindacale nelle piccole e piccolissime imprese. “Una estensione del collegio sindacale è fondamentale”, ha spiegato, “ma mentre nelle società più grandi c’è una struttura organizzativa, amministrativa e contabile adeguata alla prevenzione del rischio, nelle piccole e piccolissime imprese manca del tutto, e quindi è più facile per i professionisti incorrere in profili di responsabilità. Sono assolutamente convinto della necessità che sia istituito un presidio di legalità anche all’interno delle piccole imprese, anzi, direi soprattutto in queste realtà. Ma per far questo il passaggio prodromico è la ridefinizione del perimetro di responsabilità”. “Altrimenti”, ha concluso, “quella che può apparire come una grande opportunità per il sistema economico e per la tutela del pubblico interesse può seriamente trasformarsi in un enorme rischio per i professionisti coinvolti negli organi di controllo”.

 

 

 

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