Qual è la situazione dell’economia cuneese? Ci sono segnali di ripresa?

Sottolineo con piacere i primi importanti segnali positivi che si sono manifestati nel 2014. Infatti, malgrado i dati del Registro imprese evidenzino un risultato negativo per il tessuto imprenditoriale provinciale, che ha registrato maggiori chiusure di attività rispetto a quelle di nuova creazione, si è assistito anche allo sviluppo delle basi imprenditoriali nel turismo e negli altri servizi. Un ulteriore elemento di positività emerge dalla vocazione internazionale della nostra provincia che, con il 16,4% del valore delle vendite regionali all’estero, si è riconfermata la seconda esportatrice del Piemonte dopo Torino.
Notizie incoraggianti sembrano provenire anche dal mercato del lavoro. Nel 2014 il numero di occupati è aumentato del 2,3% (6mila unità) rispetto al 2013, mentre il tasso di disoccupazione è sceso dal 6,8% al 5,3%. Nel complesso, l’economia cuneese può trovare in questi dati e nei risultati raggiunti buone basi da cui partire per rafforzare quest’anno i segnali di ripresa se le Istituzioni sapranno fare la loro ed essere al fianco delle imprese e dei professionisti.

Come sta influendo il Jobs act sulle aziende della provincia?

Malgrado la visione odierna non può che essere parziale, il Jobs act sembra aver effettivamente apportato una scrollata al mercato del lavoro. È evidente che le norme non possono creare nuovi posti, ma possono assecondare l’evoluzione dell’economia in una fase di ripresa e a questo proposito sembrano provenire segnali incoraggianti. Il confronto su base annua, dal 1° gennaio al 15 marzo, delle assunzioni a tempo indeterminato evidenzia un effetto largamente positivo con un +66,2%. È pur vero che l’avvio dall’8 marzo del contratto a tutele crescenti, che alleggerisce per le imprese la rigidità del tempo indeterminato, dovrebbe costituire un ulteriore impulso, ma il dato evidenzia come le imprese si erano fin da gennaio avvalse degli incentivi introdotti dalla Legge di stabilità. Anche se non è ancora possibile effettuare un’analisi completa per capire se si tratta, almeno in parte, di avviamenti aggiuntivi o se si è in presenza di uno spostamento dal tempo determinato al tempo indeterminato, appare comunque positivo il significativo incremento registrato in questa prima parte dell’anno nella componente giovanile (+58,3% nella fascia 25/34 anni). La situazione del mercato del lavoro deve rimanere una priorità negli interventi che le Istituzioni devono affrontare per dare risposte adeguate e strutturali ai giovani, alle famiglie e alle imprese al fine di affrontare e risolvere le tante situazioni di povertà che la crisi ha reso evidenti e consentire all’economia di ritornare a registrare segnali positivi anche nei consumi.

Qual è il valore aggiunto del commercialista nel vostro contesto?

Il sistema camerale da tempo guarda con grande interesse al ruolo delle professioni coinvolte, sin dalla riforma avvia-ta nel 1993 con la legge 580, nei grandi progetti che hanno interessato le Camere di commercio. I commercialisti sono stati al fianco delle nostre strutture nell’avvio del Registro delle imprese, nella telematizzazione delle nostre procedure, sono presenti e attivi negli organismi del sistema camerale, insieme agli altri professionisti, per la diffusione e la gestione delle procedure di mediazione e arbitrato. Oggi siedono nei nostri Consigli, nella Consulta delle Professioni e rappresentano un importante interlocutore per realizzare le strategie e le politiche di interesse per lo sviluppo e il sostegno delle economie locali, con la loro competenza, conoscenza e professionalità. I professionisti in generale sono un ponte importante per permettere agli imprenditori di realizzare la propria idea di business. Tante imprese significano tanti professionisti alle spalle. E noi ne abbiamo tra i migliori. È anche grazie a loro che siamo riusciti a fare diventare il modello Cuneo un’eccellenza a livello nazionale.

Michele Ferrero ha avuto la capacità e l’intuizione di portare alla ribalta un modello imprenditoriale vincente dal punto di vista economico e del welfare aziendale. Lo ha conosciuto? Puo? regalarci un suo personale ricordo?

Michele Ferrero è uno degli uomini simbolo della nostra terra non solo per la sua indubbia valenza imprenditoriale, ma anche per le grandi doti umane, per la capacità innata di aver fondato la propria vita e la propria azienda su valori quali il rispetto, l’integrità e l’operosità. Grazie al buon senso, alla voglia di rimboccarsi le maniche, alle indubbie doti manageriali ha portato la sua impresa ad affermarsi a livello internazionale, dando vita a prodotti innovativi che hanno aperto nuovi mercati e nuovi orizzonti. Nel contempo, ha saputo dar vita ad una nuova concezione di welfare che, nella propria impresa, ha tradotto in rispetto dei lavoratori, dei dipendenti e delle loro famiglie sino a contribuire al miglioramento delle condizioni delle collettività nella quale opera.

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