“Una decisione importante che conferma esplicitamente la posizione dei commercialisti in materia di transazione fiscale”. E’ questo il commento del presidente dei commercialisti italiani, Gerardo Longobardi, alle conclusioni presentate il 14 gennaio 2016 dall’Avvocato Generale della Corte Giustizia UE (Eleanor Sharpston) nella causa C-546/14 [Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Tribunale di Udine].

L’Avvocato Generale ha riconosciuto che i principi comunitari non precludono ad uno Stato membro di accettare un pagamento parziale del debito IVA da parte di un imprenditore in difficoltà finanziaria, nel corso di un concordato preventivo basato sulla liquidazione del suo patrimonio, a condizione che un esperto indipendente attesti che non si otterrebbe un pagamento maggiore di tale credito in caso di fallimento.

Nelle scorse settimane, i commercialisti avevano formulato una proposta di riforma dell’istituto della transazione fiscale (art. 182-ter L.F.) – contenuta nel documento “Il contributo del CNDCEC alla riforma della crisi di impresa – Profili tributari” presentato alla Commissione Rordorf – che prevedeva proprio la possibilità di una “falcidia” del debito IVA.

“Le conclusioni rassegnate dall’Avvocato generale – spiega Longobardi – rappresentano una novità estremamente significativa. Per anni la giurisprudenza domestica aveva negato agli imprenditori in crisi la possibilità di pagamenti parziali del debito IVA, motivando questo rifiuto proprio perché si sarebbe trattato di limitare la riscossione di risorse proprie dell’Unione Europea. L’esplicita presa di posizione assunta nei giorni scorsi dall’Avvocato generale fa chiarezza sulla materia e rafforza la fattibilità della nostra proposta che ci auguriamo a questo punto trovi a breve spazio in un provvedimento normativo”.

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