Ampia condivisione da parte degli Ordini territoriali, delle Casse di previdenza e dei sindacati dei commercialisti – pur con alcuni distinguo – delle tre proposte di modifica al Dlgs. 139/2005 avanzate dal Consiglio nazionale della categoria, poi formulate come emendamenti parlamentari.  E’ quanto emerge dai risultati del sondaggio promosso a fine gennaio dallo stesso Consiglio nazionale presso le 131 strutture territoriali della professione, gli istituti di previdenza e le associazioni dei commercialisti e ora resi pubblici.

Tre i campi nei quali il Consiglio proponeva di introdurre modifiche all’Ordinamento professionale: pari opportunità, attribuzioni agli organi territoriali in regime di proroga e specializzazioni. 102 (su 131) gli Ordini che hanno fatto pervenire al Consiglio nazionale il proprio punto di vista, 8 (su 9) le Associazioni e entrambe le Casse.

Hanno detto si all’emendamento che puntava ad assicurare la piena applicazione del principio della parità di genere nell’elezione sia degli organi territoriali che di quelli centrali della categoria, operando attraverso il meccanismo delle pari opportunità, in sede di presentazione delle candidature e di espressione delle preferenze da parte degli elettori ben 101 Ordini (un solo no), 7 associazioni sindacali (anche in questo caso un solo no) e entrambe le Casse di previdenza.

Risultati identici anche per il secondo quesito con il quale, tenuto conto della sospensione delle operazioni elettorali e della necessità di garantire continuità nel governo della professione, si intendeva introdurre un’esplicita disposizione normativa che assicurasse che gli organi attualmente in carica potessero continuare a esercitare tutte le loro attribuzioni sino all’insediamento dei nuovi organi.

Leggermente inferiore, ma comunque altissimo, il gradimento riservato alla proposta di introdurre una disposizione normativa che permettesse agli iscritti nella Sezione A dell’Albo di ottenere il titolo di specialista: 89 si e 13 voti contrari tra gli Ordini, 5 si e 3 no tra i sindacati e 2 si dalle Casse.

Nei giorni scorsi, i tre emendamenti sui quali erano state chiamate ad esprimersi tutte le realtà rappresentative della categoria – presentati al Dl Milleproroghe – sono stati però dichiarati inammissibili per difetto di coerenza rispetto all’oggetto del provvedimento. Ora il Consiglio nazionale è intenzionato ad avviare un’interlocuzione con il nuovo esecutivo per individuare un nuovo veicolo legislativo attraverso il quale ripresentarli.

 

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