Salvatore Regalbuto
Riforma dell’IRPEF, semplificazioni, ruolo dei commercialisti nella cooperative compliance. Sono i tre temi sui quali si è concentrato l’intervento del Consigliere nazionale e tesoriere dei commercialisti, Salvatore Regalbuto, nel corso del Convegno «Le nuove imposte sui redditi a cinquant’anni dai decreti del 1973», organizzato dal Gruppo 24 Ore e dalla rivista «Rassegna tributaria», svoltosi oggi a Roma nell’Aula magna dell’università Luiss-Guido Carli.
Sulla rimodulazione della curva Irpef annunciata dal governo, che dovrebbe prevedere l’accorpamento della prima aliquota al 23% per i redditi fino a 28.000 euro, Regalbuto ha sostenuto che si tratta “di una scelta sicuramente positiva tenuto conto dei cogenti vincoli di finanza pubblica, che dovrebbe però rappresentare il primo passo verso una redistribuzione del carico fiscale che coinvolga maggiormente i redditi medi considerando tali quelli che, viste anche le spinte inflazionistiche in corso da armai più di due anni, si assestano almeno fino ad 80.000 euro”. L’aliquota del 43% prevista tout court per i redditi superiori a 50.000, ha detto, “appare francamente eccessiva e richiede una valutazione, anche prospettica, per mitigare il prelievo sulla fascia reddituale che contribuisce maggiormente al gettito erariale”
La delega fiscale prevede anche interventi significativi in materia di semplificazioni, un terreno sul quale il Consiglio nazionale ha fattivamente collaborato con l’Esecutivo nella fase di stesura della Legge Delega per la riforma e nell’attuale fase di predisposizione delle proposte per i decreti attuativi. Anche su questo tema Regalbuto ha individuato indubbi aspetti positivi. “La semplificazione degli adempimenti non può che passare per un’analisi critica delle norme che generano l’adempimento stesso”, ha sostenuto, aggiungendo che “nelle proposte all’attenzione del Governo ci sono elementi tangibili di semplificazione, dalla riduzione dei termini per la presentazione delle dichiarazioni nel presupposto che gli strumenti per presentarle siano messi a disposizione con un congruo anticipo, alla moratoria estiva e natalizia per l’invio di comunicazioni e richieste da parte dell’Agenzia, alla messa a disposizione preventiva dei dati a disposizione dell’Amministrazione Finanziaria”.
Sulla cooperative compliance e sul ruolo che essa attribuisce ai commercialisti ha ribadito che “siamo di fronte, come anche per il concordato preventivo biennale, ad una filosofia nuova nel rapporto fra fisco e imprese e lavoratori autonomi, che presuppone un confronto ex ante con l’Amministrazione Finanziaria. E’ l’occasione per cercare di superare il tradizionale approccio repressivo e punitivo. L’apprezzabile volontà di ridurre le soglie di applicazione dell’adempimento collaborativo non potrà che valorizzare il ruolo dei commercialisti, anche nella funzione di certificatori qualificati del sistema di gestione e controllo del rischio fiscale che le imprese interessate dovranno adottare”.

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