“Sul prossimo parlamento europeo graverà l’enorme compito di difendere e far crescere il sistema economico continentale in un contesto che si annuncia estremamente complesso. È importante che nel dibattito su questo tema stia emergendo una riflessione significativa sul ruolo delle PMI, che rappresentano l’ossatura non solo del nostro sistema imprenditoriale, ma dell’intera Europa. A tal riguardo crediamo che sarebbe opportuno rilanciare anche a livello comunitario l’esperienza dei nostri distretti, che hanno rappresentato per tanti anni un’importante e lungimirante esperienza di successo e che, con interventi normativi ad hoc, hanno tutte le carte in regola per essere rilanciati”. È quanto affermato dal presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, nel corso del suo intervento agli Stati generali della categoria, svoltisi a Roma il 7 maggio.
“La difesa di un tessuto imprenditoriale fatto di piccole e medie imprese”, ha detto, “passa anche attraverso regole di accountability, di governance e di monitoraggio degli andamenti d’impresa che tengano conto di queste realtà sin dai tavoli europei su queste materie che sovente partono, nella loro impostazione, senza tenerne adeguatamente conto. Questa difesa – ha aggiunto – non deve essere acritica, perché la parcellizzazione del tessuto imprenditoriale non porta con sé solo i pregi della flessibilità di fronte a scenari sempre meno prevedibili e sempre più repentini nei cambiamenti, ma anche le debolezze di chi, al netto di nicchie di eccellenza, deve rinunciare in partenza ad essere interlocutore di grandi mercati che preferiscono soddisfare la propria domanda trovando un numero ristretto di interlocutori dalla grande capacità produttiva in termini di volumi, piuttosto che inseguendone una miriade con volumi limitati”.
“Dobbiamo renderci interpreti”, ha proseguito, “in Italia e all’estero, di un rilancio della logica dei distretti e delle reti d’impresa, nel tentativo di fare sintesi tra una flessibilità che non deve essere persa e una centralizzazione di talune funzioni che deve essere trovata. Non serve nemmeno trovare formule particolarmente innovative, perché lo sviluppo condiviso di talune funzioni d’impresa altro non è che la logica propria dei consorzi, ma, questioni nominative a parte, è compito della politica guidare in questo percorso con strumenti normativi idonei a incidere profondamente e non marginalmente sulle scelte organizzative”.
“Si tratta – ha concluso – di una proposta che mira a difendere e rafforzare il tessuto economico italiano e continentale, un terreno sul quale il ruolo dei commercialisti di tutta Europa, che offrono in outsourcing sia consulenza che servizi alle imprese, potrebbe essere davvero determinante”.
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