Il territorio della provincia di Rimini è particolarmente dinamico: una consistente rete di piccole e medie imprese, una forte vocazione turistica tra costa ed entroterra, un manifatturiero caratterizzato da aziende leader a livello nazionale, un settore commerciale molto articolato in grado di soddisfare le esigenze di turisti e residenti, un’agricoltura con prodotti di grande qualità che hanno ottenuto denominazioni d’origine nazionali ed europee.

È in questo contesto che opera l’Ordine dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili della città, presieduto da Bruno Piccioni, che delinea a Press i problemi e le opportunità che incontrano quotidianamente i suoi iscritti.
«Un problema specifico – afferma Piccioni – riguarda la riduzione dei compensi. Dopo i numerosi imprenditori che hanno fallito, le imprese rimaste in piedi sono state costrette ad adeguare i costi». Malgrado ciò, l’appeal verso la professione resta, visto che è comunque aumentato il numero degli iscritti: 744 al 1° gennaio 2015 con un tasso di crescita dell’1,2% rispetto all’anno precedente. A diminuire sono i praticanti (-12,3%) a cui l’Ordine dedica un corso di preparazione ad hoc per affrontare l’esame di Stato, caratterizzato anche da una parte relativa alla consulenza aziendale, specializzazione che da queste parti va per la maggiore, insieme, purtroppo, a quella relativa al fallimento e alle procedure concorsuali.
«Il servizio che forniamo ai tirocinanti – continua il presidente dei commercialisti di Rimini – è introdurli alla professione attraverso un corso di 160 ore preparatorio all’esame di Stato. E i cui costi sono molto contenuti perché i due terzi degli insegnanti sono colleghi che esercitano gratuitamente, mentre ad essere retribuito è solo il restante terzo, caratterizzato da docenti universitari della facoltà di Economia del Campus di Rimini». La città è famosa anche per la forte valorizzazione turistica lungo la costa e nell’entroterra, per le bellezze naturali, le attrattive storiche e le tradizioni artigianali e gastronomiche. In questo contesto, «il rapporto tra commercialista e azienda è strettamente fiduciario – continua Piccioni – anche se ultimamente, complice una maggiore concorrenza, la clientela è cambiata e prima di affidarci un incarico viene sempre chiesto il preventivo. Una richiesta inimmaginabile fino a qualche tempo fa».
Nell’ambito delle collaborazioni con le altre professioni, invece, è interessante il rapporto che l’Ordine dei commercialisti ha allacciato con i rappresentanti delle professioni tecniche per le attività a sostegno della internazionalizzazione delle imprese. Il progetto verrà realizzato dalla Consulta permanente dei liberi professionisti, di cui Piccioni è presidente, all’interno della Camera di commercio di Rimini. “Uno dei progetti più importanti che abbiamo in mente – afferma il leader dei commercialisti riminesi – riguarda la creazione di una commissione per l’assistenza globale delle imprese all’estero, affiancando i professionisti tecnici nella normativa di riferimento”.
La Consulta, infatti, oltre a rilasciare pareri non vincolanti su richiesta degli organi istituzionali della Camera di commercio, può anche formulare proposte per promuovere una più stretta connessione con le imprese e il mondo professionale nel riconoscimento del ruolo importante ricoperto dai liberi professionisti nello sviluppo dell’economia del territorio. Ma qual è esattamente la situazione dell’economia riminese? Malgrado nella provincia di Rimini la crisi che ha investito tutto il mondo occidentale si sia fatta sentire in modo più consistente circa due anni più tardi che nel resto d’Italia, dal Rapporto 2014/2015 sull’economia locale, promosso dalla Camera di commercio e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, emerge un territorio ancora in affanno, con scenari previsionali che fino al 2017 invitano ad un cauto ottimismo.
«I dati del 2014 non sono incoraggianti – commenta Piccioni – perché, a parte l’incremento del 2,4% dell’export, essi dimostrano che il territorio è ancora in difficoltà e solo nei prossimi due anni si potranno avere miglioramenti significativi. I settori più in salute sono quelli dell’abbigliamento e dei prodotti di qualità ad alta tecnologia, come macchine utensili e macchinari in genere, mentre le maggiori difficoltà sono nel manifatturiero che lo scorso anno ha registrato una riduzione di produzione, fatturato e ordini superiore al 2%. Lo stato di salute del turismo, invece, si può definire stazionario e soddisfacente, dimostrando un buon appeal della nostra provincia sul mercato nazionale ed internazionale. Punti deboli del sistema sono rappresentati dalla difficoltà di accesso al credito, dalla sottocapitalizzazione delle imprese e dall’internazionalizzazione che richiede dimensioni e personale adeguati. In questi primi mesi del 2015, però, c’è stato un fiorire di nuove assunzioni da parte di diversi imprenditori». Segno che il Jobs act sta influendo positivamente sulle aziende della provincia non solo con contratti che passano dal tempo determinato a quello indeterminato, ma anche, grazie alle tutele crescenti previste dal governo, con nuove assunzioni.
Affronta il tema con la stessa cautela anche Fabrizio Moretti, presidente della Camera di commercio di Rimini, che definisce il 2014 come l’ennesimo anno difficile dall’inizio della crisi.
«In provincia di Rimini – afferma – sono diminuite le imprese attive iscritte al Registro della Camera di commercio, scendendo per la prima volta sotto quota 35mila. Un dato preoccupante che rivela che le imprese che cessano sono superiori a quelle che iniziano un’attività. Alcuni settori hanno contribuito più di altri a questo calo: uno su tutti quello delle costruzioni e del cosiddetto terziario tradizionale, cioè il commercio. L’altro indicatore alquanto significativo della crisi è quello legato al mercato del lavoro: alto il tasso totale di disoccupazione nella nostra provincia, pari all’11,1%, e soprattutto alto e in crescita quello giovanile che, nella classe di età dai 15 ai 29 anni, è arrivato al 28,1%. Solo i dati del commercio con l’estero ci segnalano un costante incremento, anche in questi anni di crisi, del valore delle merci esportate, a testimonianza che l’apertura verso i mercati internazionali è in grado di offrire oggi alle nostre imprese, a fronte del crollo dei consumi interni, una valida opportunità di produrre profitti, occupazione e investimenti».
In questo contesto, ad incrementare i propri fatturati, con bilanci più sani e una presenza più forte anche sui mercati esteri, sono state quelle imprese che hanno introdotto processi innovativi, come risulta dal Rapporto sull’Innovazione condotto da Unioncamere Emilia-Romagna e Camera di commercio di Rimini su un campione di 141 imprese riminesi.
«Ci sono anche segnali di ripresa – conclude Moretti – che spingono ad essere ottimisti per l’immediato futuro. A livello locale, il 2015 e gli anni immediatamente successivi si presentano con una previsione che dovrebbe tornare ad avere il segno “più” davanti ai principali indicatori economici. In questo contesto, le imprese devono imparare ad affrontare i mercati esteri, a lavorare in rete, ad innovare utilizzando la creatività e le nuove tecnologie». Naturalmente con il coinvolgimento dei commercialisti, oggi più che mai – per forza o per piacere – consulenti aziendali a 360 gradi. E questo l’Ordine dei commercialisti lo ha compreso bene, formando i tirocinanti anche in questa importante area di specializzazione.

I DATI DI RIMINI
– 744 iscritti
– +1,2% di iscritti
– -12,3% praticanti iscritti

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