Le aggregazioni di società a partecipazione pubblica” è il titolo del documento pubblicato oggi dal Consiglio e dalla Fondazione nazionale ricerca dei commercialisti nell’ambito dell’area di delega “Contabilità e revisione degli enti locali e delle società a partecipazione pubblica” dei Consiglieri nazionali Cristina Bertinelli e Giuseppe Venneri.

Il documento, realizzato dalla commissione di studio “Società a partecipazione pubblica” e curato da Stefano Pozzoli e Roberto Camporesi, analizza i processi di aggregazione delle società a partecipazione pubblica, che rappresentano un fenomeno attuato con sempre maggior frequenza poiché consente sia di superare la frammentazione delle gestioni dei servizi pubblici locali, come auspicato dal Decreto di riordino dei servizi pubblici locali (d.lgs. 201/2022) sia di attuare quei processi di razionalizzazione delle società pubbliche che sono richiesti dal Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica (d.lgs. 175/2016 e s.m.i.).

Il testo, dopo una rassegna normativa che inquadra il fenomeno, evidenzia le criticità e propone gli interventi sia a livello normativo che in via interpretativa al fine di favorire gli auspicati obiettivi di superamento della frammentazione della gestione dei servizi pubblici che di razionalizzazione delle società a partecipazione pubblica attraverso una riduzione del numero.

Il favor del legislatore e le obiettive soluzioni strategiche, che portano a valutare positivamente tali processi aggregativi – si legge nell’introduzione -, non vengono infatti favoriti in concreto dal contesto normativo attuale, frutto di spinte diverse, non sempre convergenti.

Si tratta di processi aggregativi che sono attuati attraverso operazioni societarie c.d. straordinarie, che trovano la propria disciplina naturale nel Codice civile senza un necessario riscontro nel Tusp ovvero nel decreto di riordino e neppure nelle specifiche discipline che regolano i servizi pubblici. L’assenza di una regolamentazione specifica, però, ha dato luogo ad interpretazioni di carattere amministrativo che spesso rendono le operazioni complesse o incerte. Inoltre, la generale normativa vincolistica, pensata per altro, comporta un allungamento di tempi in percorsi che avrebbero, al contrario, bisogno di essere incentivati.

È emersa quindi l’esigenza di definire una più puntuale disciplina per i processi aggregativi che tenga conto che trattasi di un fenomeno unitario – ancorché attuato attraverso singole operazioni societarie c.d. straordinarie – affinché il processo istruttorio sia più snello nei tempi e tenga conto che la valutazione dell’attuazione del processo aggregativo avviene su scelte strategiche di medio e lungo periodo.

Infine, per i processi aggregativi di società a partecipazione pubblica che gestiscono servizi pubblici si rende auspicabile una disciplina semplificata ove sono presenti anche soggetti privati al fine di salvaguardare altresì la durata dei servizi affidati.

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