“L’emendamento alla norma che modifica le procedure di pagamento dei liberi professionisti da parte delle pubbliche amministrazioni è certamente un passo avanti rispetto alla sua versione originaria, ma non elimina la disparità di trattamento con le altre categorie di creditori della PA”. È quanto afferma il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti Elbano de Nuccio.
“Avevamo chiesto l’abrogazione di tale norma – aggiunge – sia perché rivolta a bloccare i pagamenti unicamente nei confronti dei professionisti sia per la mancanza di una soglia minima dei pagamenti e dei debiti fiscali e contributivi scaduti, oltre la quale far scattare il blocco. L’emendamento, se da un lato sblocca il pagamento dei compensi per la quota eccedente l’importo dei debiti scaduti, dall’altro conferma, purtroppo, la sperequazione nei confronti dei professionisti”.
“Come ovvio, condividiamo – prosegue – l’obiettivo della norma di accelerare la riscossione nei confronti dei contribuenti morosi, ma è evidente che si tratta di un’esigenza che non può riguardare soltanto una determinata categoria di cittadini. Il differimento a metà giugno dell’efficacia delle nuove regole potrà essere utile per ripensare all’introduzione di soglie minime che semplificherebbero le procedure a carico della pubblica amministrazione, evitando l’aggravio burocratico delle verifiche per pagamenti di importi minimali e non significativi”.


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