Un momento del webinar con Miani, Cottarelli e Ruffini

Si parte dalla “semplificazione e razionalizzazione normativa tramite la predisposizione di un “codice tributario”, e si va verso l’abolizione dell’Irap (e sua sostituzione con un’addizionale Ires e eventualmente Irpef) e verso una riforma del sistema della riscossione, “sia nelle regole verso i contribuenti (con un’unica modalità di dilazione dei pagamenti, valida anche per l’autotassazione; sistema degli aggi e degli interessi di mora meno iniquo e la semplificazione delle procedure di notifica ed esecutive), sia nelle regole relative al rapporto tra l’Ente impositore e l’incaricato della riscossione”.

Sono le 8 priorità del Consiglio nazionale dei commercialisti, che ha presentato oggi il suo ‘Manifesto per la riforma del sistema tributario‘. “Per la prima volta dopo decenni – ha affermato il presidente nazionale della categoria, Massimo Miani – c’è la concreta possibilità di mettere mano ad una riforma organica del sistema fiscale”. Gli altri punti del ‘Manifesto’ sono “parità di trattamento tra lavoratori dipendenti, autonomi e imprenditori individuali e riduzione delle aliquote relative al terzo scaglione di reddito, rilevanza del risultato economico di esercizio ai fini della determinazione del reddito di impresa ed eliminazione dei disallineamenti rispetto all’imponibile fiscale, rapporto fisco-contribuenti più equilibrato”, e “organi di giurisdizione tributaria composti da giudici professionali, a tempo pieno e specializzati, con obbligo di formazione continua”. Ultimo tassello è il rilancio delle aggregazioni professionali, stabilendo “neutralità fiscale delle operazioni di riorganizzazione delle attività di lavoro autonomo e determinazione opzionale per cassa dei redditi delle Società tra professionisti (Stp) di capitali”.

La presentazione del Manifesto, illustrato nel dettaglio dai consiglieri nazionali dei commercialisti delegati alla fiscalità, Gilberto Gelosa e Maurizio Postal, e dal coordinatore dell’area fiscalità della Fondazione nazionale della categoria, Pasquale Saggese, è avvenuta nel corso del webinar “La ripartenza del Paese dopo l’emergenza: riforma fiscale e della giustizia tributaria, semplificazione e competitività”.

Nel corso dell’iniziativa il numero uno della categoria è tornato su un tasto sul quale il Consiglio nazionale batte da tempo, ossia la necessità di ridurre il carico fiscale sul ceto medio. Una scelta che i commercialisti giudicano imprescindibile per ogni ipotesi di riforma fiscale. “L’Italia”, ha detto Miani, “è un Paese estremamente generoso nella tassazione dei redditi bassi – oltre 10 milioni di contribuenti Irpef su 40 milioni sono a “Irpef zero” – e nella tassazione dei grandi patrimoni ereditari, mentre è un Paese estremamente feroce nella tassazione dei redditi medi e medio-alti“.

“La distruzione di quel ceto medio produttivo che non possiede grandi patrimoni, ma vive di buoni redditi che derivano dal lavoro dipendente di funzionari, quadri e dirigenti, oppure dal lavoro autonomo svolto nell’ambito dei propri studi professionali o attività imprenditoriali”, ha proseguito, “è frutto di questo assetto fiscale, non del caso”. L’auspicio del numero uno dei commercialisti è che in vista della riforma fiscale su questo fronte “si abbia il coraggio di fare qualcosa, senza continuare a parlare soltanto di incrementi di ‘no tax area’ e di eliminazioni di imposte di successione, invece che di quello che serve per riequilibrare una situazione insostenibile a favore di quel ceto medio produttivo, che non è interessato né alla prima, né alla seconda di quelle due modifiche”.

Il Rapporto Irpef della Commissione Cottarelli

Il webinar è stato anche l’occasione di illustrare il “Rapporto sulla riforma dell’Irpef” elaborato nei mesi scorsi da una commissione di esperti voluta dal Consiglio nazionale i cui lavori sono stati coordinati da Carlo Cottarelli. Un rapporto che  si basa su tre direttrici: il rafforzamento della neutralità del sistema di tassazione rispetto alle decisioni economiche di produzione e di offerta di lavoro (a meno di scostamenti giustificati da chiare priorità), il rafforzamento della parità di trattamento tra contribuenti (equità orizzontale e verticale) e la semplificazione del sistema impositivo, sia in termini sostanziali sia procedimentali. Sulle possibilità di realizzazione di una riforma organica, Cottarelli si è mostrato pessimista. “Cambiamenti a margine del sistema come l’eliminazione del salto tra primo e secondo scaglione sono possibili”, ha affermato, “ma mi sembra molto difficile che questo governo possa portare a termine una riforma fiscale molto ampia. Il motivo è semplice: il governo è sostenuto dal centrosinistra e da una parte del centrodestra che hanno idee molto diverse su quale dovrebbe essere il sistema fiscale”.

Ruffini: “Servono norme semplici”

All’iniziativa del Consiglio nazionale dei commercialisti è intervenuto anche il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. “Individuare le priorità della riforma fiscale spetta a legislatore”, ha affermato, “ma il mio auspicio è quello di un mantra spesso ripetuto e che rischia di diventare noioso se non trova una corrispondenza: norme semplici, di facile applicazione, organizzate in modo tale da garantire alle amministrazioni una più facile interpretazione e una facile applicazione” che porterebbero “a una più facile adesione da parte dei contribuenti” favorendo “meno evasione”. Secondo Ruffini “nella confusione legislativa e con la stratificazione delle norme ci si nasconde. E’ più complicato, per chi deve capire chi si è nascosto, scovare tra un cavillo e l’altro” un evasore fiscale. “L’auspicio – ha aggiunto – è riconoscere il fisco come un’infrastruttura che ha bisogno di investimenti in risorse umane e tecnologiche e in formazione”.

IL MANIFESTO DEI COMMERCIALISTI PER LA RIFORMA DEL SISTEMA FISCALE

ISTITUZIONE DEL “CODICE TRIBUTARIO” E STATUTO IN COSTITUZIONE

Semplificazione e razionalizzazione normativa tramite la predisposizione di un “Codice tributario”, composto da tre libri dedicati a procedimenti, imposte e processo, e costituzionalizzazione dei principi fondamentali dello Statuto del Contribuente

ABROGAZIONE DELL’IRAP

Abolizione dell’IRAP e sua sostituzione con un’addizionale IRES e (eventualmente) IRPEF

RIPRISTINO EQUITÀ ORIZZONTALE E VERTICALE DELL’IRPEF

Parità di trattamento tra lavoratori dipendenti, autonomi e imprenditori individuali e riduzione delle aliquote relative al terzo scaglione di reddito

ELIMINAZIONE “DOPPIO BINARIO” PER I REDDITI DI IMPRESA

Rilevanza del risultato economico di esercizio ai fini della determinazione del reddito di impresa ed eliminazione dei disallineamenti rispetto all’imponibile fiscale

RILANCIO DELLE AGGREGAZIONI PROFESSIONALI

Neutralità fiscale delle operazioni di riorganizzazione delle attività di lavoro autonomo e determinazione opzionale per cassa dei redditi delle STP di capitali

RISCOSSIONE PIÙ EFFICIENTE E MENO COSTOSA

Riforma del sistema della riscossione sia nelle regole verso i contribuenti (unica modalità di dilazione dei pagamenti, valida anche per l’autotassazione; sistema degli aggi e degli interessi di mora meno iniquo; semplificazione delle procedure di notifica ed esecutive) sia nelle regole relative al rapporto tra l’ente impositore e l’incaricato della riscossione

RAPPORTO FISCO-CONTRIBUENTI PIÙ EQUILIBRATO

Salvaguardia dei principi di certezza del diritto, parità delle armi e proporzionalità delle sanzioni e miglior coordinamento dei rapporti tra processo penale e processo tributario. Generalizzazione dell’obbligo di contraddittorio preventivo e terzietà della mediazione tributaria

GIUSTIZIA TRIBUTARIA PIÙ SPECIALIZZATA

Organi di giurisdizione tributaria composti da giudici professionali, a tempo pieno e specializzati, con obbligo di formazione continua

 

 

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