“Lo schema di decreto legislativo approvato dal Consiglio dei ministri nei giorni scorsi, che tocca anche alcune fattispecie dell’antiriciclaggio, seppure condivisibile negli obiettivi, produce un ulteriore, insostenibile aggravio delle sanzioni e non risolve tutti i problemi da noi da tempo segnalati sul tema degli eccessivi adempimenti a carico dei professionisti”. E’ la posizione espressa in una nota dal Consiglio nazionale dei commercialisti. “Nel predisporre gli schemi dei decreti legislativi attuativi della delega contenuta nella legge n. 67/2014, relativa alla revisione del sistema sanzionatorio vigente – spiega il presidente del Consiglio nazionale della categoria, Gerardo Longobardi – si è posta l’attenzione anche su alcune sanzioni penali previste dalla normativa antiriciclaggio. Ne sono risultate depenalizzate, seppure indirettamente, le condotte previste dall’art. 55 del d.lgs. 231/2007, relative alla violazione degli obblighi di identificazione del cliente e di quelli di registrazione dei dati e delle informazioni acquisiti per l’adeguata verifica della clientela.
Un intervento che, paradossalmente, determinerà un sostanziale raddoppio dell’edittalità delle sanzioni pecuniarie attualmente previste a carico dei professionisti. La sanzione minima aumenterà infatti da € 2.600 a € 5.000 e quella massima da € 13.000 a € 30.000”.

I commercialisti, pur condividendo gli obiettivi di sostanziale deflazione del sistema penale sottostanti ai provvedimenti dell’esecutivo, sottolineano anche come “ci si trovi ancora una volta di fronte ad interventi legislativi non coordinati che, da un lato, producono un aggravio insostenibile delle sanzioni pecuniarie in corrispondenza di condotte che costituiscono il più delle volte inadempimenti formali e, dall’altro, lasciano di fatto insolute le ormai annose questioni connesse agli adempimenti previsti dalla normativa antiriciclaggio”.

Tutto ciò risulta ancor più sorprendente, secondo i commercialisti “se si pensa – come spiega il Consigliere nazionale delegato all’antiriciclaggio, Attilio Liga – che le nuove disposizioni non tengono minimamente in considerazione la circostanza che è ormai da tempo al lavoro un tavolo tecnico istituito presso il Ministero dell’economia e delle finanze che, sul fronte sanzionatorio, si è già mosso su altre direttrici”. “Il nostro auspicio – conclude Liga- è che in sede di dibattito parlamentare si attui il necessario coordinamento tra le disposizioni generali contenute negli schemi dei provvedimenti attuativi della legge n. 67/2014 e l’esigenza di revisione delle sanzioni antiriciclaggio previste a carico dei professionisti, che già nella loro formulazione attuale appaiono assolutamente sproporzionate e irragionevoli. Questa, del resto, è un’esigenza condivisa anche dalle istituzioni, al punto da aver promosso la nascita del tavolo tecnico”.

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