Commercialisti ed avvocati fanno sentire la loro voce dopo le dichiarazioni del procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Nicola Gratteri, rilasciate nei giorni scorsi a Radio Rai, che sul tema dei sistemi di riciclaggio della ‘ndrangheta ha affermato che essa “quando il riciclaggio si fa più sofisticato si rivolge ad avvocati, commercialisti, funzionari di banca”.

“Prima di tutto – afferma Massimo Miani, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili – bisogna vedere se questi professionisti a cui la ‘ndrangheta si rivolgerebbe sono veramente avvocati e commercialisti iscritti ai rispettivi Albi. Troppe volte, infatti, sono stati erroneamente etichettati come professionisti coloro che nei fatti non lo erano. In ogni caso non serve fare inutili polemiche, ma lavorare insieme per combattere la criminalità organizzata e per mettere un freno alla sua attività. Da tempo, il Consiglio nazionale dei commercialisti sta lavorando a fianco delle Istituzioni per la lotta alla criminalità organizzata. In questo ultimo anno, in particolare, la collaborazione con le varie Istituzioni del settore, in particolare con la Direzione Nazionale Antimafia, è diventata ancora più stretta. Nei giorni scorsi, il CNDCEC ha firmato proprio con la DNA un protocollo d’intesa in cui si riconosce al commercialista un ruolo importante e determinante in qualità di amministratore giudiziario. Va infine ricordato che il 97% degli iscritti all’Albo degli amministratori giudiziari è rappresentato da commercialisti che, solo per questo motivo, hanno già fatto una netta scelta di campo”.

“Il dottor Gratteri – dichiara Andrea Mascherin, presidente del Consiglio Nazionale Forense – dovrebbe avere la correttezza di precisare che i professionisti eventualmente correi sono una parte minima dei rispettivi mondi a fronte della grande maggioranza che opera giornalmente con scrupolo deontologico. Avvocati che assecondino logiche criminali sono prima di tutto una vergogna per la categoria. Del resto, se io seguissi il ragionamento del dottor Gratteri, lodevolmente impegnato a contrastare la criminalità organizzata, dovrei dire che il problema per la corruzione sono i pochi magistrati corrotti, e direi una cosa sciocca e ingiusta”.

 

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