“Gli Isa sono un’evoluzione degli studi di settore la cui efficacia nella costruzione di un nuovo rapporto tra fisco e contribuenti potrà essere verificata nel tempo. Per il momento sappiamo solo che, a causa dei ritardi nella diffusione dei software e per una serie di sostanziali problemi applicativi, stanno generando grandi difficoltà a tutti i professionisti italiani. Per questo ribadiamo con forza la nostra richiesta di facoltatività per questo primo anno di loro applicazione. Ci rendiamo conto che questo potrebbe generare problemi di gettito, ma non ci pare più accettabile che questo problema ricada sistematicamente sulle nostre spalle”. È quanto afferma il presidente dei commercialisti italiani, Massimo Miani, commentando le dichiarazioni rilasciate oggi dal Ministro dell’Economia, Giovanni Tria, nel corso del Question time alla Camera.
Miani sottolinea come “la richiesta di rendere sperimentale per il 2018 il nuovo strumento non significa per noi tornare agli studi di settore”. “Non lo abbiamo mai chiesto”, afferma. “Come ricorda il Ministro”, conclude Miani, “abbiamo partecipato ai lavori delle Commissioni consultive sui nuovi indici di affidabilità fiscale. Ma, mi preme sottolinearlo, non alla costruzione materiale dello strumento. In ogni caso, tutto ciò prescinde dalla constatazione del fatto che gli Isa, alla prima prova sul campo, stanno generando problemi di innegabile rilevanza. Chiediamo solo che di questo si prenda atto, non per tornare indietro ad un passato che non rimpiangiamo, ma per costruire assieme all’amministrazione fiscale un percorso più graduale e razionale in un passaggio così significativo”.
Nel corso del Question time alla Camera, Tria ha affermato che i nuovi indici di affidabilità fiscale sono “una evoluzione” rispetto agli studi di settore, “indicativi del nuovo rapporto tra Fisco e contribuente, prevedendo informazioni molto più accurate rispetto agli studi di settore. Non farli entrare in vigore e riesumare i vecchi studi di settore sarebbe, anche per ammissione delle categorie professionali coinvolte, un passo indietro rispetto al più innovativo sistema di compliance”. Tria aveva anche sostenuto che i nuovi indici “sono stati messi a punto “con la collaborazione delle categorie”. Con gli Isa, ha aggiunto, “l’adempimento dichiarativo si è molto semplificato rispetto al passato”, con ulteriori semplificazioni introdotte con il decreto crescita. In più il nuovo strumento prevede un sistema “premiale” e un’applicazione “depotenziata” determinerebbe “un indesiderabile effetto di penalizzazione proprio per i contribuenti più virtuosi e un altrettanto non desiderabile effetto “premiante” per i soggetti con minore affidabilità fiscale”.
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