Nutre ancora qualche perplessità il Consiglio nazionale dei commercialisti sul disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza (n. 2085) e per il quale il vertice della Professione ha presentato osservazioni e proposte di modifica nel corso di un’audizione svoltasi presso la Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato.
“Esprimiamo soddisfazione – afferma il presidente dei commercialisti Gerardo Longobardi – perché dal precedente ddl n. 3012 sono state eliminate talune disposizioni che avrebbero determinato la contrapposizione tra soggetti ordinistici, ciascuno dei quali caratterizzato da competenze e professionalità ben specifiche. La tutela dell’interesse pubblico si persegue con il mantenimento delle specificità di ciascuna professione e non ponendo in contrapposizione le professioni ordinistiche attraverso una redistribuzione di competenze che non è collegata alla formazione di base e specialistica delle medesime. L’attuale ddl, però, contiene ancora previsioni non condivisibili sulla sottoscrizione digitale di alcuni atti che ineriscono a negozi giuridici di rilevante importanza per l’economia e la collettività”.
La perplessità riscontrata riguarda l’aspetto della normativa sugli interventi relativi al trasferimento di quote di srl e al deposito di altri atti societari. I commercialisti, infatti, sono contrari alle disposizioni contenute nell’art. 45 che trasferiscono competenze proprie di alcune professioni regolamentate a soggetti che non sono abilitati all’esercizio della professione, che non vantano competenze specifiche nelle materie oggetto dell’intervento normativo e che, soprattutto, non forniscono all’utenza concrete garanzie circa l’affidabilità della prestazione resa.
“Seppure la commissione Giustizia abbia recepito in parte le nostre istanze – afferma il consigliere Maurizio Grosso, consigliere delegato alle Tecnologie informatiche – fondate principalmente sulla necessità di assicurare tutela degli interessi pubblici, il Consiglio nazionale ritiene che il sistema vigente sia quello più indicato a garantire la validità dell’atto ed il consumatore, anche e soprattutto da eventuali pratiche fraudolente. I commercialisti sono inoltre obbligati a stipulare una polizza assicurativa e sono sottoposti ad un rigoroso Codice deontologico. Non si ravvisano, quindi, le motivazioni per estendere ad ulteriori soggetti il ruolo di intermediario già ricoperto da professionisti iscritti all’Albo.
Nell’ottica di aumentare la concorrenza e ridurre gli oneri a carico delle imprese, i vertici della professione propongono una modifica all’attuale disciplina del trasferimento d’azienda del codice civile (art. 2556) in modo da estendere agli atti di trasferimento della proprietà ed ai contratti che hanno per oggetto il godimento dell’azienda (con esclusione degli immobili) la procedura prevista per la cessione di quote di srl fin dal 2008. Gli intermediari commercialisti garantiscono così il versamento delle imposte indirette dovute, il rispetto degli adempimenti antiriciclaggio e la diffusione della digitalizzazione degli atti”.

Giornalista professionista, addetta stampa del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, redattrice di Press Magazine
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