Uno strumento che semplifichi la lettura dei numerosi interventi modificativi al codice del terzo settore operati con il decreto semplificazioni. È questa la finalità del documento “Le novità per il terzo settore nel c.d. “Decreto semplificazioni””, pubblicato oggi dal Consiglio nazionale dei commercialisti. Il testo fa anche il punto sul lavoro che, a parere della categoria, sarebbe ancora opportuno svolgere per eliminare ulteriori criticità. L’analisi delle novità normative, per comodità di immediato riscontro, è stata suddivisa in funzione delle modifiche apportate ai singoli articoli del codice, mentre le ulteriori proposte emendative sono state brevemente evidenziate nelle conclusioni.
Come ricordato nella premessa del documento, il decreto-legge 21 giugno 2022, n.73, convertito con modificazioni dalla legge 4 agosto 2022, n.122 (il c.d. decreto semplificazioni), in sede di conversione, ha subito importanti modifiche finalizzate, fra l’altro, ad intervenire sull’impianto fiscale disegnato per gli enti del terzo settore dal d.lgs. 3 luglio 2017, n. 117 (il c.d. codice del terzo settore). Oltre ad alcuni importanti correttivi apportati alla disciplina di riferimento per la qualificazione commerciale o non commerciale dell’ente, ai fini delle imposte dirette (l’articolo 79 del Codice), ulteriori interessanti modifiche sono state effettuate anche in materia di imposte indirette e tributi locali, deduzioni e detrazioni riconosciute a fronte di erogazioni liberali effettuate a favore di Enti del terzo settore, nonché in ordine alle disciplina fiscale specificamente dettata per le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale. Infine, alcune novità si registrano anche in materia di tenuta delle scritture contabili.
Michele De Tavonatti e David Moro
“Nel complesso – affermano il vicepresidente del Consiglio nazionale, Michele de Tavonatti e il consigliere David Moro, entrambi delegati alla materia – sebbene gli interventi modificativi siano per lo più in linea con le istanze prospettate dal nostro consiglio nazionale dinanzi le competenti sedi istituzionali, l’impianto normativo di riferimento presenta ancora alcune criticità, per dirimere le quali sono necessari ulteriori interventi, anche da parte della prassi amministrativa, auspicabilmente antecedenti alla piena operatività di tutte le disposizioni fiscali contenute nel titolo X del codice che, come noto, avrà luogo solo a seguito della concessione delle autorizzazioni comunitarie”.
I due esponenti del consiglio nazionale aggiungono che “questo documento è un altro contributo che forniamo ai nostri iscritti su una materia rispetto alla quale deve crescere la nostra consapevolezza professionale. La riforma del terzo settore ha costituito un passaggio storico per tutto il mondo del no profit, aprendo per la nostra professione grandi spazi di crescita che dobbiamo tutti imparare a sfruttare al meglio”.
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