Un questionario per monitorare l’esercizio della funzione disciplinare da parte dei Consigli di Disciplina territoriali, con particolare riferimento ai procedimenti correlati a reati penali a carico degli iscritti all’Albo. Lo ha inviato il Consiglio nazionale dei commercialisti ai suoi Ordini locali con l’Informativa 81/2020. Tra i procedimenti che si vuole monitorare ci sono quelli legati a reati quali associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, usura, riciclaggio, turbativa d’asta, truffa, appropriazione indebita. Ogni Consiglio di disciplina territoriale dovrà compilare il questionario con tutti i dati richiesti, con particolare riferimento al periodo dal gennaio 2017 fino ad oggi, e dovrà trasmetterlo al Consiglio Nazionale entro la data del 15 settembre 2020.
Nel dettaglio, il questionario chiede qual è il numero di procedimenti aperti da gennaio 2017 ad oggi derivanti da contestazioni penali, quanti di questi sono stati avviati su segnalazione della Autorità Giudiziaria, quanti su segnalazione dell’Ordine, di terzi (es. clienti, iscritti all’Ordine), di Agenzia delle Entrate, Camera di Commercio o altri Enti e infine quanti sono stati avviati a seguito di notizia appresa dalla stampa, successivamente verificata. Tra le richieste di informazioni rivolte ai Consigli di disciplina territoriali anche quella di specificare per ogni procedimento disciplinare aperto i reati contestati sotto il profilo penale (a titolo esemplificativo e non esaustivo: usura, bancarotta fraudolenta, riciclaggio, truffa, appropriazione indebita, turbativa d’asta, associazione a delinquere, associazione di tipo mafioso, ecc.), il numero procedimenti disciplinari aperti e sospesi in attesa degli esiti del giudizio penale e quello dei procedimenti disciplinari (derivanti da contestazioni penali) conclusi dal 2017 ad oggi (specificando se aperti prima del 2017) e tipologia di sanzione inflitta (censura, sospensione, radiazione o se invece siano stati archiviati).
“La nostra categoria”, spiega il presidente nazionale dei commercialisti, Massimo Miani “viene fatta troppo spesso oggetto di accuse che ne screditano l’immagine e la credibilità. Ci difendiamo con forza da inaccettabili generalizzazioni che rischiano di veicolare l’equazione commercialisti uguale malaffare. Più volte abbiamo ricordato quale e quanto intenso sia il nostro impegno contro le mafie e abbiamo anche sottolineato come molto spesso personaggi coinvolti in inchieste giudiziarie definiti dalla stampa “commercialisti” non sono in realtà iscritti ai nostri albi. Così come abbiamo ricordato anche che la nostra giustizia domestica ha limiti di azione non certo dovuti a negligenze della categoria, tanto che soggetti da noi sospesi o radiati possono tranquillamente continuare a stare sul mercato professionale con altre qualifiche”. Miani sottolinea però anche come il Consiglio nazionale non abbia mai negato “casi di iscritti che sbagliano”. “Ogni comunità organizzata ne ha al suo interno”, afferma, “e il questionario che abbiamo inviato ai nostri Ordini territoriali punta proprio a monitorare questa situazione, come già fatto negli scorsi anni, a dimostrazione dell’impegno del Consiglio nazionale su questo fronte”.
La mappatura dei procedimenti disciplinari non è dunque una novità per il Consiglio nazionale, che l’ha già effettuata negli scorsi anni, diffondendone poi i risultati alla stampa, “seguendo un approccio votato alla massima trasparenza”, come sottolinea Giorgio Luchetta, Vicepresidente del Consiglio nazionale e consigliere delegato alla deontologia. Secondo Luchetta, “il questionario è una parte di un lavoro sui temi del rispetto delle regole professionali e dell’etica che portiamo avanti ormai da anni. Il nuovo codice deontologico, quello delle sanzioni, decine di incontri su questi temi tenuti in tanti atenei italiani, il software per gestire in maniera uniforme le procedure disciplinari che forniremo a breve agli Ordini territoriali sono tutti tasselli di un progetto del Consiglio nazionale che ci consente di dire che l’onorabilità della categoria si difende sia rispondendo ad accuse generiche e infondate, sia impegnandosi ad accrescere tra i colleghi la piena consapevolezza della inscindibilità dello svolgimento della professione dal rispetto delle regole”. “Questo questionario”, conclude Luchetta, “è un strumento utile per svolgere al meglio il ruolo di vigilanza nei confronti di chi sbaglia e che non bisogna esitare ad allontanare dalla nostra famiglia”.
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