Un documento che mette nero su bianco le principali criticità che, in particolar modo nella prima parte del 2017, hanno caratterizzato gli adempimenti fiscali a carico dei contribuenti e dei commercialisti. Lo ha messo a punto il Consiglio nazionale dei commercialisti per consegnarlo, accompagnato da una lettera del presidente nazionale Massimo Miani, al Viceministro dell’Economia, Luigi Casero e al neodirettore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. Un’elencazione soltanto parziale, sottolinea il Consiglio nazionale, “certamente non esaustiva delle numerose criticità presenti nel nostro sistema fiscale, ma indicativa delle difficoltà che gli operatori devono oggi affrontare per adempiere correttamente ai propri obblighi”.
I commercialisti spiegano come “che la questione da risolvere che riteniamo prioritaria è una questione di metodo, prima ancora che di merito”. “Il problema principale del nostro sistema fiscale è costituito – è scritto nel documento – dal clima di permanente incertezza e di instabilità normativa che lo contraddistingue e che incide negativamente sulla competitività dell’intero sistema – Paese “.
Inquadrata dal punto di vista dei Commercialisti, poi, “l’incertezza e l’instabilità normativa sono tali da rendere impossibile non solo l’individuazione del tax rate di operazioni non particolarmente complesse, ma anche la programmazione delle ordinarie attività di studio, in conseguenza dell’impatto immediato che solitamente hanno le predette modifiche normative, le quali invece, in un sistema più attento alle esigenze dei contribuenti, dovrebbero essere introdotte prevedendone una decorrenza differita, in modo da avere il tempo necessario per la predisposizione degli strumenti indispensabili (decreti attuativi, software di elaborazione e diagnostici, circolari interpretative e altri documenti di prassi) per il corretto adempimento degli obblighi fiscali connessi alle modifiche stesse (esemplificative, al riguardo, le modifiche recentemente apportate dal D.L. n. 50 del 2017 alle modalità di compensazione dei crediti tributari, allo split payment, alle modalità di calcolo degli acconti IRES, per non dire delle modifiche alla disciplina dell’ACE, in parte anticipate dalla legge di bilancio 2017, e alle modalità di determinazione del reddito di impresa per le società che adottano i nuovi principi contabili nazionali)”.
Per questi motivi i commercialisti chiedono “un deciso cambio di rotta nella “gestione” della “macchina” fiscale, il cui filo conduttore non può che essere il ripristino del pieno ed incondizionato rispetto dei principi dello Statuto dei diritti del contribuente”. Ancor più importante, a parere del Consiglio nazionale, è “che le Istituzioni competenti, Parlamento, MEF, Agenzia delle entrate e altri enti impositori, manifestino una maggiore propensione all’ascolto in via preventiva della nostra categoria sia nella fase della produzione normativa che in quella della sua implementazione operativa, non foss’altro per l’esperienza e la competenza che i commercialisti possono offrire in tale delicato settore”.
“Dopo anni di incontri, riunioni e Tavoli tecnici – scrive il Consiglio nazionale nel documento – i risultati conseguiti sono stati, purtroppo, al di sotto delle aspettative che, di volta in volta, le stesse Istituzioni avevano riposto in dette iniziative, a cominciare dall’obiettivo (ancora lungi dall’essere realizzato) di semplificare gli adempimenti fiscali e ridurre, di conseguenza, il costo degli stessi in modo significativo”.
Da queste premesse scaturisce un dettagliato elenco di criticità e proposte. Si va dalla proroga automatica dei termini degli adempimenti tributari al calendario delle scadenze fiscali relative al secondo semestre 2017; dall’eliminazione dell’obbligo stampa Registri IVA al trattamento delle perdite delle imprese minori, dalla Fiscalità OIC-adopter ai problemi relativi all’ACE fino allo Split payment.
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