Lo scorso 2 settembre, il Presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, Elbano de Nuccio, ha partecipato alla 49^ edizione del Forum di Cernobbio “Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive”, il consueto appuntamento organizzato da The European House-Ambrosetti.
In qualità di relatore è intervenuto alla tavola rotonda “PNRR e fondi strutturali: obiettivi strategici, principi e priorità” con Raffaele Fitto, Ministro agli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR; Leonardo Patroni Griffi, presidente BPPB; Tommaso Miele, Presidente aggiunto della Corte dei conti; Ernesto Somma, Head of Investment Management Business Unit at Invitalia; Carla Patrizia Ferrari, AD di Equiter e CFO Compagnia di San Paolo; Anna Laura Mancini, Researcher Banca d’Italia. Modera Antonello Garzoni, Rettore Università Lum.
Ospitiamo su Press Magazine l’intervento del presidente de Nuccio pubblicato sul Sole 24 Ore dello scorso 30 agosto in vista del Forum di Cernobbio.
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Il ruolo determinante dei commercialisti negli iter del Pnrr
Il processo di attuazione del Pnrr sta subendo una serie di rallentamenti che hanno indotto il Governo ad attivare delle iniziative volte a ottimizzare l’impiego dei fondi con scelte strategiche chiare ed efficaci. Lo scenario da evitare in ogni modo è un rallentamento dell’erogazione delle tranche di nuovi fondi a fronte di investimenti che richiederanno una copertura attraverso nuovo debito. Una situazione che il nostro Paese farebbe fatica a sostenere. Nello sforzo che tutti dobbiamo compiere per una piena realizzazione dei progetti, c’è la necessità di trattare d’ora in avanti il tema Pnrr in un’ottica “qualitativa” più che “quantitativa” della spesa, rendendo più attrattivi gli investimenti. Ogni progetto andrebbe definito come se si trattasse di un piano industriale, soffermandosi sulla fase della programmazione dell’investimento da realizzare.
In questa ottica, può risultare determinante il ruolo dei commercialisti, le cui competenze potrebbero essere di supporto in un percorso di certificazione del progetto su due livelli. Con il primo, tipicamente finanziario, si entrerebbe nel merito della sua sostenibilità finanziaria ovvero del ritorno monetario dell’investimento, con effetti benefici per l’operatore economico e per i portatori di interesse. Molto spesso il nostro tessuto produttivo appare su questo versante poco preparato. A suo supporto i commercialisti intervengono per guidarlo nella scelta di investimenti che, in ambito Pnrr, vengono definiti attrattivi anche in relazione alle dinamiche dei prezzi, ai cronoprogrammi di esecuzione, alla tempistica dei pagamenti da parte delle stazioni appaltanti.
Con la certificazione di primo livello si potrebbero attestare inoltre solidità e solvibilità degli operatori economici coinvolti nella realizzazione del progetto, attestando alcuni dei dati da inserire nel DGUE (Documento di gara unico europeo), eliminando in tal modo il passaggio della verifica da parte della stazione appaltante, che spesso comporta ritardi significativi tra la fase di aggiudicazione e quella di effettivo inizio dei lavori.
Un simile intervento, anche solo nelle more della piena applicazione del Fascicolo virtuale dell’operatore economico (FVOE), consentirebbe di ridurre i tempi di gara, che generalmente rappresentano una delle principali criticità nella realizzazione di opere pubbliche in Italia.
Il secondo livello di certificazione potrebbe invece riguardare l’impatto dell’investimento in termini ambientali e sociali. Secondo il principio della proporzionalità, è importante che la certificazione abbia dei punti fermi, ma anche che si modelli sulla specificità economica del soggetto attuatore che accede ai fondi e sulla sua dimensione. Si potrebbe dunque pensare all’attività di certificazione costruita in base a un modello “standard” per alcuni aspetti, al fine di ridurre il più possibile la variabile soggettiva del processo valutativo, ma allo stesso tempo modificabile per altri, per un adeguamento della stessa alle specificità del soggetto attuatore.
Da un punto di vista più operativo, la certificazione potrebbe essere inserita tra la documentazione a supporto delle informazioni rinvenibili sul portale ReGiS, in aggiunta, pertanto, alle informazioni di natura anagrafica, tecnica e operativa richieste al soggetto attuatore. Le ulteriori informazioni, a garanzia della validità del progetto, permetterebbero, tra l’altro, di velocizzare l’attività di monitoraggio e di rendicontazione, poiché favorirebbero l’analisi degli scostamenti e delle cause alla base del mancato raggiungimento degli obiettivi riferiti ad un particolare progetto.
Il Governo ha meritoriamente iniziato un percorso positivo di riconoscimento dei professionisti e del loro ruolo. Una strada da percorre con ancora maggiore coraggio, soprattutto in un passaggio delicato come quello attuale per il futuro del Pnrr.
Nella fase di reclutamento di nuove forze lavorative da impiegare nei programmi ad esso collegati, in sede di valutazione delle figure professionali operanti in ambito economico-aziendale, andranno necessariamente valorizzate le competenze dei commercialisti, acquisite sul campo, tutti i giorni al fianco del tessuto imprenditoriale del nostro Paese.
Elbano de Nuccio, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili
Presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili
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